ANNO 14 n° 120
Il Pd cerca una sponda in minoranza
11/02/2015 - 02:00

di Roberto Pomi

VITERBO - Presidenza del consiglio, avanti tutta con la candidatura di Francesco Serra e la disperata ricerca di voti. Ricerca che, per come si sono messe le cose, potrebbe essere tentata tra i banchi della minoranza. Mossa che potrebbe delineare una sorta d’accordo trasversale che vedrebbe presidente Francesco Serra e suo vice un uomo, o una donna, dell’opposizione.

La situazione, non è un mistero, è incartata. Ne sono consapevoli tutti i consiglieri, perché è questo il quadro portato a galla dai pontieri del Partito Democratico che, in questi giorni, hanno sondato gli umori all’interno delle varie forze di maggioranza. La prossima tappa di Alessandra Troncarelli, Aldo Fabbrini e Mario Quintarelli è l’ufficio del sindaco, dove tratteggeranno il quadro a Leonardo Michelini. Dalle dichiarazioni di questi giorni del primo cittadino è emersa chiara la sua convinzione di non operare riequilibri di alcun tipo, non volendo sentir parlare di rimpasti.

E’ qui che troverebbe spazio l’opportunità di una manovra trasversale, su cui più e più volte ha aperto l’ex sindaco Giulio Marini. E i voti mancati per arrivare a quota 17 potrebbero essere incassati quantomeno da Forza Italia, che al momento conta oltre al voto dello stesso Marini anche quello di Claudio Ubertini e Antonella Sberna. Tre voti che valgono oro e che sommati ai 12 dei democratici porterebbero il bottino a 15. Aggiungendo l’appoggio di Paolo Moricoli (Sel) e Livio Treta ecco raggiunta l’agognata soglia 17. Qualora il ''Nazzareno'' locale non dovesse gustare al palato di qualcuno dei citati, potrebbero esserci dei ''franchi tiratori'' al contrario pronti a venire in soccorso nel segreto dell’urna. Una manovra possibile e che potrebbe togliere alla maggioranza le castagne dal fuoco del rinnovo della presidenza del consiglio. Ma anche una manovra pericolosa in vista del proseguo dell’attività politica e amministrativa della maggioranza. Andare ad eleggere il presidente cercando nuove maggioranze segnerebbe infatti la fine dell’amministrazione Michelini così come è uscita fuori dalle urne, tratteggiando l’apertura di una nuova fase.





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