ANNO 14 n° 118
Attentati e incendi intimidatori, per mafia viterbese è il giorno della sentenza
Davanti al gup romano dieci dei tredici arrestati: per loro l'accusa ha chiesto 135 anni di carcere
11/06/2020 - 07:01

VITERBO - 52 episodi di violenza, tra incendi, intimidazioni, minacce e pestaggi.

Per le difese non sarebbero stati altro che ''compagni di merende, col vizio delle discoteche e della cocaina''. Per i pm, l'accusa è ben diversa: quel gruppo, un vero e proprio sodalizio legato da rapporti di fiducia e rispetto, sarebbe stato un'associazione criminale di stampo mafioso. 

Una mafia tutta viterbese, nata e cresciuta nel capoluogo, che delle organizzazioni del Sud Italia avrebbe solamente ricalcato l'agire e i metodi: ai vertici, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il calabrese Giuseppe Trovato e l'albanese Ismail Rebeshi. Due facce di una stessa medaglia: da una parte la ''mentalità mafiosa'' del 45enne lametino, che vede ''nella violenza sistematica uno strumento per mantenere il controllo'', dall'altra l'azione spregiudicata della criminalità albanese. Nel mezzo, sotto di loro, un gruppo ben articolato e organizzato di sodali, pronti a colpire qualunque obiettico.

In tredici finirono in manette all'alba del 25 gennaio 2019: un maxiblitz dei carabinieri coordinati dalla Dda di Roma stroncò quello che glil investigatori definirono ''un'organizzazione feroce e senza scrupoli, che agiva in una delirante concezione di onnipotenza''. 

Oggi a distanza di 17 mesi, per dieci di loro è il giorno della sentenza, che, dopo le repliche dei pm Fabrizio Tucci e Giovanni Musarò, dovrebbe arrivare nel pomeriggio nell'aula Occorsio del tribunale penale di Roma.

Davanti al gup Emanuela Attura, in dieci: sono gli arrestati, tutti ancora detenuti nelle carceri di mezzo Stivale, che hanno optato per il rito abbreviato. In caso di condanna, la scelta del rito alternativo permetterà loro di beneficiare fino ad un terzo dello sconto di pena. Lo scorso 10 febbraio le richieste della Procura: per Giuseppe Trovato chiesti 20 anni di reclusione e 20mila euro di multa, per Ismail Rebeshi 20 anni e 20mila euro, per Sokol Dervishi divenuto collaboratore di giustizia dallo scorso ottobre, 8 anni, per Spartak Patozi 16 anni e 20mila euro, per il fratello Shkelzen 14 anni e 10mila euro, per Gazmir Gurguri 10 anni e 8 mesi, per Gabriele Laezza 14 anni e 16mila euro, per Fouzia Oufir 10 anni, 8 mesi e 10mila euro, per Luigi Forieri 12 anni e 4 mesi e per Martina Guadagno 9 anni e 4 mesi di reclusione.





Facebook Twitter Rss