ANNO 15 n° 124
Inchiesta Asl, l'avvocato Gino Salvatori assume la difesa di Selvaggini
24/04/2012 - 04:00

VITERBO – Sarà compito dell’avvocato Gino Salvatori studiare i numerosi faldoni (ben 45) del processo Asl, ora che ha assunto la difesa di Ferdinando Selvaggini.

All’ex direttore del centro elaborazione dati dell’azienda sanitaria, in particolare, vengono contestati i reati di corruzione aggravata, concussione turbativa d’asta, falso ideologico e falso in atto pubblico.

Gli indagati. Quindici, in totale, gli avvisi che erano stati notificati il 21 febbraio scorso ai legali degli indagati. Oltre Selvaggini, i destinatari furono: Giuseppe Aloisio, all’epoca dei fatti direttore generale della Asl; Massimo Ceccarelli, dapprima referente della Telecom e poi delegato della società Telbios Spa, subappaltatrice della stessa Telecom per i lavori di manutenzione e di cablaggio della rete informatica e di telefonia presso la Asl di Viterbo. Ceccarelli è indicato dagli inquirenti anche come “collettore delle tangenti” che venivano intascate da Selvaggini.

E ancora: Ivano Paggi, legale rappresentante della Elecom coop Srl, della Panoiva Srl e della Eleco System; Luca Antonini, direttore tecnico della Panoiva o della Elecom; Massimiliano Colli, referente commerciale della Elecom per la zona di Viterbo; Michele Di Mario, rappresentante della società Lte; Alfredo Moscaroli, presidente del consiglio d’amministrazione della Isa Spa e “dominus” della gestione dei rapporti della medesima con la Asl di Viterbo; Tommaso Rossi, rappresentante legale della Italbyte Srl.

Sul registro delle informazioni di reato anche sei società: Panoiva Srl, Elecom coop, Telbios Spa, Lte Srl, Isa Spa, Italbyte Srl.

Nel giro di tangenti sono coinvolti anche altri personaggi romani, smascherati dai carabinieri del comando provinciale di Viterbo, per i quali procede il tribunale di Roma: Luciano Mignacchi, ex direttore generale della Asl RmH; Patrizia Sanna, responsabile dei servizi informatici della Asl di Rieti fino al 2004 e poi della Asl RmH.

Secondo la procura della Repubblica di Viterbo, tra il 2006 e il 2009, nella Asl di Viterbo ci sarebbe stato un giro di 150mila euro di tangenti. Le mazzette sarebbero servite ad ottenere appalti relativi la gestione informatizzata, per un valore di 550mila euro l’anno.





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