ANNO 14 n° 117
Gloria, che spettacolo
su via Marconi
700 metri in più di fatica ma grande soddisfazione e gioia per il Trasporto
04/09/2016 - 01:58

di Irene Minella

VITERBO – Lo splendore di Gloria, ancora più bella alla sua seconda uscita, si perfeziona in quei 700 metri in più di percorso. La Macchina di Santa Rosa che stasera ha attraversato anche via Marconi, giungendo fino al Sacrario, prima dello sforzo finale della salita di Santa Rosa, è stata un successo. Annunciato sì, ma comunque senza precedenti. 

La parte di Trasporto in più i facchini hanno voluto dedicarla al trentennale della sfiorata tragedia del 1986, quando ''Armonia celeste'' si accasciò prima di proseguire sotto la guida del presidentissimo Nello Celestini, e alle vittime del sisma che ha colpito e devastato il centro Italia. A Luca Grondona e a sua madre Anna Masciolini, a Manuel Marini, le vittime viterbesi, ma anche a tutte le altre vite perse nel terremoto. È questo il significato del nuovo tratto percorso ieri sera dalla Macchina di Santa Rosa: il Trasporto eccezionale lungo via Marconi, 700 metri in più di percorso.

I cavalieri della Santa, dopo la prima sosta in piazza Verdi invece di proseguire come ogni anno verso la basilica a ledi dedicata, hanno infatti portato in spalla la Macchina lungo il boulevard fino a raggiungere il Sacrario per poi ritornare, per l'ultima sosta, in piazza del Teatro.

Una folla entusiasta ha accolto, osservato e salutato con un sentito applauso e con lacrime di gioia il passaggio della Santa patrona che dall’alto della meravigliosa Gloria vigilava, ispirava e sosteneva la nuova e inedita fatica dei suoi Facchini.

Prima di procedere alla volta di via Marconi, durante la sosta a piazza del Teatro, una spalletta fissa e una aggiuntiva hanno lasciato il posto ad altri cinque facchini e dopo il veloce cambio la Macchina ha attraversato, sicura e maestosa, il boulevard fino a raggiungere piazza della Repubblica. Lì una breve sosta davanti al monumento dedicato ai facchini di Santa Rosa e alle tribune allestite per l’occasione. ''Una doppia responsabilità, una doppia fatica, ma ripagata da un’enorme soddisfazione – dice sorridendo il sindaco Leonardo Michelini -. Essere qui in via Marconi è una grande gioia anche perché significa aver dato un’opportunità in più a tutti coloro che vengono a Viterbo per ammirare Gloria''.

''La Macchina di Santa Rosa è nata già bella – spiega l’architetto Raffaele Ascenzi -, ma i correttivi all'illuminazione, mettendo il nastro adesivo sui faretti led ed esaltando la fiamma viva delle fiaccole, hanno esaltato il gioco di luci. Oggi Gloriaè ancora più bella perché porta con sé, all’interno della sua struttura, tutte le preghiere che i viterbesi hanno voluto affidare alla loro patrona. Quelle intenzioni danno la carica giusta a noi e ai facchini che le portano sulle spalle per affrontare tutto il percorso, anche il tratto in più di quest'anno''.

Momenti di vera gioia tra i facchini. Tra i più esperti e tra gli esordienti. ''È il mio primo trasporto – racconta il giovane neo facchino Sabatino Di Benedetto -. Sono emozioni nuove che non si possono neanche esprimere a parole, per me è come un battesimo meraviglioso''. Anche la folla è molto calorosa, seppur forse un po’ timida, dato che risponde col silnzio al richiamo di ''Evviva Santa Rosa'' che il capo facchino Sandro Rossi lancioa come consuetudine in tutte le piazze ad ogni sosta. 

La sfida di via Marconi è faticosa ed entusiasmante, ma non si può perdere troppo tempo, la Macchina deve raggiungere la meta, e dopo una breve sosta all’incrocio con via Cairoli e un’altra a largo Marconi, poco più avanti, Gloria riparte verso piazza del Teatro. Da dove i facchini la porteranno a casa.

Il ritorno è uno spettacolo: quattro corde aggiuntive tenute da 70 facchini aiutano a superare il dislivello stradale di 6 metri. La Macchina svetta di nuovo tra gli storici palazzi del boulevard fino a posizionarsi in direzione della salita verso la basilica di Santa Rosa. Pronta per affrontare l’ultimo e spettacolare tratto del percorso. Che sarà un successo. 





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