ANNO 14 n° 118
È la sera di Gloria e dei facchini
L'attesa è (quasi) finita: alle 21 inizia il Trasporto. Si arriva fino al Sacrario
03/09/2016 - 02:00

VITERBO - (fla. lud.) È la sera di Gloria. È la sera della banda che suona e si sente pure da lontano, del rumore del passo dei facchini e, a vederli dall'alto, di quella macchia bianca che si snoda sinuosa per le vie del centro storico. È la sera di ''Accapezzate il ciuffo!'' e del ''Sollevate e fermi. Fermiiiii!''. Della fatica, delle lacrime e degli abbracci forti e bagnati di sudore. Insomma, oggi è il 3 settembre. C'è il Trasporto della Macchina di santa Rosa e Viterbo, come ogni anno in questo giorno, non è mai così bella.

È la seconda uscita per Gloria e, è proprio il caso di dirlo, si preannuncia gloriosa. Perché è l’anno del Giubileo e i facchini, tutti de n’sentimento, hanno deciso di allungare il percorso fino al Sacrario, sfilando lungo l'intera via Marconi e ritorno. E anche perché oggi è sabato e sono attesi più spettatori del solito, anche in virtù del nuovo tratto che percorrerà la Macchina.

Ma la tradizione è la tradizione, quindi, come sempre, si inizia nel primo pomeriggio con il giro delle sette chiese che riparte dal duomo. Lo scorso anno, infatti, c’era stato un ritorno al passato col raduno nel cortile della scuola Luigi Concetti, un omaggio al presidentissimo Nello Celestini, scomparso a febbraio 2015. Dopo il giro, a cui parteciperanno anche nove facchini speciali, intorno alle 17 i facchini si ritrovano al boschetto per il ritiro ma, orologio alla mano, alle 19,30 tutti fuori alla volta di san Sisto. Alla volta di Gloria.

Presidente e capofacchino sono stati chiari: i tempi sono stretti, strettissimi. Alle 21 Gloria dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere alzata dai cavalieri di Rosa. Ma non prima di aver ricevuto la benedizione in articulo mortis dal vescovo e della chiamata del capofacchino sotto alla Macchina. E quando tutti, ciuffi, spallette, stanghette, leve, corde e cavalletti sono al proprio posto, il fatidico ''Sollevate e fermi''. Fino a piazza del Teatro, poi, nessuna novità: prima sosta a piazza Fontana Grande, poi, percorsa via Cavour, l’arrivo a piazza del Comune, in genere la sosta più lunga e celebre per la girata (la rotazione che i facchini fanno compiere alla Macchina prima di appoggiarla sui cavalletti) dedicata ai facchini scomparsi. Poi dritti per via Roma per poi riprendere fiato a piazza delle Erbe. Altro momento di pausa e giù, lungo il Corso, fino alla chiesa del Suffragio, dove inizia il tratto più stretto del percorso.

Subito dopo, ecco il tratto eccezionale: Gloria verrà posizionata di fronte all’imbocco di via Matteotti dove tre ciuffi, una spalletta fissa e una aggiuntiva cederanno il posto a cinque altri facchini, scelti per anzianità e per misure. Gloria percorrerà tutto il boulevard con una sosta all’altezza di piazza della Repubblica per arrivare fino all’imbocco di via Cairoli. Lì, altra sostituzione e altri cinque facchini sotto. Al ritorno si riprende fiato all’altezza di largo Marconi per poi tornare a piazza del Teatro.

Qui ultima sosta, dove viene ripristinata la formazione originaria, per poi imboccare la salita e arrivare sul sagrato della basilica di Santa Rosa. E dopo averla adagiata, un ultimo sforzo ma carico di significato per i facchini: col pensiero al Trasporto di 30 anni fa, il capofacchino griderà per la seconda volta (anche nella storia) ''Sollevate e fermi'' ai suoi uomini. I facchini, quindi, innalzeranno di nuovo Gloria verso il cielo, di fronte alla basilica della patrona. Un segnale, un incitamento per i sopravvissuti al terremoto che lo scorso 24 agosto ha squarciato il cuore del Centro Italia. Alle vittime del sisma e a Nadia Benedetti, l’imprenditrice viterbese uccisa nell’attentato di Dacca, in Bangladesh, è dedicato questo secondo Trasporto di Gloria. È anche per loro che quest’anno a Viterbo si è tutti de n’sentimento.





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