ANNO 14 n° 117
''Difficile in futuro fare di meglio''
Gloria e quel Trasporto perfetto: la soddisfazione dell'ideatore Ascenzi
05/09/2016 - 02:00

di Antimo Verde

VITERBO - Occhi puntati all'insù e cuore lì, sempre lì, fermo in gola per quasi tre ore. Poi il grido del capofacchino Sandro Rossi che scaccia via la tensione lasciando al suo posto solo gioia e consapevolezza. Perché il miracolo del Trasporto è avvenuto anche questa volta. La Macchina è arrivata ai piedi del santuario. ''Evviva Santa Rosa!'' grida la folla.

Tra i tanti occhi sempre puntati su Gloria, passo dopo passo, senza perderla di vista un secondo nel viaggio del 3 settembre, ci sono stati quelli dell'architetto Raffaele Ascenzi. L'ex facchino è l'ideatore dell'attuale Macchina. Un sogno di alluminio, acciaio e luce. Una bellezza alta trenta metri e pesante cinque tonnellate, patrimonio di Viterbo e di tutta l'umanità.

''Ho seguito il Trasporto, come sempre, in maniera molto appassionata - dice Raffaele Ascenzi a Viterbonews24 -, anche perché è stato il momento in cui ho potuto fare veramente un confronto con l'anno scorso''.

''Abbiamo aggiunto 12 faretti sull'indice della mano di ogni angelo – spiega – e abbiamo attenuato le illuminazioni elettriche per mettere in risalto la torcia e le centinaia di candele a fiamma viva. Il risultato è stato molto soddisfacente, sarà complicato in futuro fare meglio di così''.

Raffaele Ascenzi, oltre ad essere l'unico progettista vivente ad avere firmato due modelli della Macchina di Santa Rosa (sua è stata anche Ali di Luce, trasportata dal 2003 al 2008, ndr) ha anche 20 anni di Trasporti da facchino sulle spalle.

''Sono stato onorato di essere facchino – racconta Raffaele –. Mi sono avvicinato a questo evento grazie alla Macchina del '52, quella di Salcini, la prima dell'era moderna vera e propria ma anche l'ultima, almeno fino a sabato scorso, ad essere arrivata al Sacrario. Sessantaquattro anni dopo siamo ritornati lì e dobbiamo ringraziare i facchini perché senza di loro tutto questo non sarebbe stato possibile''.

Dopo solo due Trasporti, leggendo i commenti sui social, Gloria sembra essere entrata di diritto tra le Macchine più amate di sempre dai viterbesi. Cosa, questa, che non stupisce il suo ideatore.

''È stato un gioco facile – ammette Ascenzi – perché Gloria è il riassunto di quattro secoli di disegni di Macchine che ci sono pervenuti fino ad oggi. Ho sempre cercato l'armonia delle forme: Gloria ha la modularità del Volo d'Angeli, con la sinuosità delle curve, come quelle di una donna, che crescono verso l'alto. Ma richiama anche lo stile neogotico di Papini. È un mix tra le due scuole. Tutto questo senza rinunciare alla trasportabilità di una struttura che è alta trenta metri. Devo dire grazie al costruttore Vincenzo Fiorillo e all'ingegner Grazini per avermi appoggiato in questa folle impresa''.

La soddisfazione e la gioia per il Trasporto, perfetto e impeccabile, non è stata scalfita dal furto avvenuto durante la sera del 3 settembre a Villa Ascenzi, a casa dei genitori di Raffaele, usciti per vedere la Macchina ideata dal figlio. ''Fa male quando capitano queste cose, soprattutto a dei genitori anziani. Ma io non sono materialista – afferma l'architetto –. Vennero i ladri a casa mia due anni fa e, con loro dispiacere, trovarano un gran poco da rubare''.

''Le case per me devono avere tre cose: architettura, arte contemporanea, anche se qualcuno non sarà d'accordo (ride), ma soprattutto amore al loro interno. Quello – conclude Raffaele Ascenzi – i ladri non potranno mai portarlo via''. 





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