ANNO 14 n° 119
Spese pazze Pd, Entro oggi l'informativa arriverą in Procura
02/12/2013 - 00:00

VITERBO – Entro oggi , l'informativa della Guardia di Finanza sulle indagini condotte – e su quelle ancora in corso - nell'ambito dell'inchiesta sui rimborsi d'oro del gruppo Pd alla Regione Lazio dovrebbero essere messi a disposizione dei pubblici ministeri della procura della Repubblica di Rieti. Il fascicolo, secondo quando si è appreso, conterrebbe 14 nomi, tra i quali quello dell’ex capogruppo Esterino Montino, attuale sindaco di Fiumicino, dell'ex tesoriere del gruppo Mario Perilli e dell’ex consigliere viterbese Giuseppe Parroncini. Peculato e falso i reati a vario titolo ipotizzati dalla procura nei confronti di tutti i personaggi coinvolti, tra i quali anche alcuni imprenditori.

I finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Rieti, su delega del procuratore capo Giuseppe Saieva, hanno analizzato una grande mole di documenti, sequestrati nei mesi scorsi nella sede del Consiglio regionale del Lazio e negli uffici del gruppo Pd alla Pisana.

La documentazione, finita nel mirino degli investigatori, ad oggi, riguarderebbe le sole spese sostenute dal gruppo Pd nel 2011, circa 200mila euro tra eventi, cene, appuntamenti elettorali, regali, rimborsi e finanziamenti a emittenti televisive e giornali web. Agli organi d’informazione, secondo quanto è trapelato, sarebbe andata circa la metà dell'importante complessivo. E questo nel solo 2011. Ma tutto lascia prevedere che saranno presi in esame anche le ''spese pazze'' del 2010 e del 2012.

Il procuratore Saieva avrebbe richiesto alle fiamme gialle di acquisire ulteriori documenti anche presso le aziende e le attività commerciali che avevano rapporti con il gruppo consiliare del Pd, tanto che gli uomini della tributaria, nei giorni scorsi, avrebbero delegato ad altri comandi, tra i quali quello di Viterbo, ulteriori accertamenti.

A firmare i rendiconti al vaglio della magistratura erano il tesoriere oggi ex consigliere regionale del Pd Perilli e l’ex capogruppo Montino, attuale sindaco di Fiumicino.

Nella lista delle spese “sospette” che hanno richiamato l'attenzione della procura del capoluogo sabino compaiono molte fatture saldate a aziende e attività commerciali di tutto il Lazio, alcune delle quali viterbesi.





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