ANNO 14 n° 119
Laziogate: S'allarga l'inchiesta sui fondi del Pd
Dalle indagini in corso a Rieti starebbero emergendo nuovi e gravi retroscena
01/12/2013 - 00:30

VITERBO – Altre ''sorprese'' starebbero emergendo dalle indagini in corso a Rieti sulle ''spese pazze'' dei consiglieri regionali del Lazio. La lista degli indagati, ad oggi una quindicina, potrebbe allungarsi già dai prossimi giorni. E, soprattutto, potrebbero aumentare considerevolmente i fatti attribuiti ai singoli personaggi coinvolti. Insomma, quella emersa finora sarebbe solo la punta dell'iceberg di uno scandalo che potrebbe diramarsi a tutte le province del Lazio.

Per una singolare coincidenza, la versione 3.0 del Laziogate, che sta travolgendo il gruppo Pd alla Pisana, compreso l'ex consigliere regionale e assessore agli Enti Locali della giunta Marrazzo, il viterbese Giuseppe Parroncini, il volto tranquillo dei democratici, è emersa proprio nel giorno in cui la Corte dei Conti ha raso al suolo il bilancio preventivo 2012 della Regione, redatto a approvato mentre era ancora regnante la governatrice Renata Polverini. ''Nessuna programmazione economica, un default che dura da 10 anni con debiti lievitati a 11 miliardi, una spesa sanitaria squilibrata'' hanno sentenziato i giudici contabili, che hanno bollato come ''inidoneo'' il documento.

Anche per questa ragione,lo scandalo sulle ''spese pazze'' dei gruppi politici, tutti tranne quello dei Radicali, suscita rabbia e disgusto tra i cittadini del Lazio, che tra l'altro, pagano una delle addizionali Irpef più alte d'Italia per concorrere, loro malgrado, a risanare un debito sanitario stellare e tuttora fuori controllo.

Non a caso, da ieri ''Er Batman'' d'Anagni, Franco Fiorito, protagonista del Laziogate 1.0 già condannato in primo grado per le ruberie compiute nelle casse del gruppo consiliare Pd, le cui ''imprese'' hanno fatto scoppiare il Laziogate 1.0, spopola in tutte le Tv e su tutti i giornali: ''Non è cambiato nulla. Anzi la situazione è peggio di prima” va ripetendo a destra e manca. ''E' il sistema che è marcio e consente a consiglieri regionali di disporre 'legalmente' di somme enormi''. Al contrario, sta mantenendo un profilo bassissimo Vincenzo Maruccio, ex capogruppo della defunta Italia dei Valori, protagonista del Laziogate 2.0.

I consiglieri Pd, tra i quali appunto Parroncini, sono finiti sott'inchiesta perchè secondo i gli inquirenti, nel solo 2011, avrebbero speso circa 200mila euro al di fuori degli scopi cui sono destinati i finanziamenti. Si tratta del 10% circa dell'intero appannaggio a disposizione: 2 milioni di euro, centesimo più, centesimo meno, Spese che il nucleo investigativo della Guardia di Finanza di Rieti e la procura reatina rintengono ''personali'' o ''improprie''.

Secondo quanto è emerso finora, Parroncini sarebbe finito nel registro degli indagati per una fattura di 4.500 euro emessa da un'enoteca viterbese, presso la quale avrebbe acquistato confezioni di vino diventati doni natalizi. Inoltre ci sarebbero alcune decine di migliaia di euro, pagati con i fondi del gruppo, elargiti a uno o più giornali web, definiti ''amici'' dagli inquirenti.

I fondi a disposizione dei gruppi consiliari dovrebbero essere utilizzati esclusivamente per iniziative istituzionali e per ''i rapporti con gli elettori''. Una definizione, quest'ultima, che dà adito un vasto ventaglio di interpretazioni. Cene, incontri conviviali, doni natalizi e via dicendo, possono essere inclusi nella categoria dei ''rapporti con gli elettori''? I politici, tutti, dalle Alpi a Pantelleria hanno interpretato la norma nel modo più estensivo possibile. Il governatore del Piemonte Roberto Coda vi ha inserito anche l'acquisto di una lavatrice. Tante che sono finiti nel mirino della magistratura ducentoottanta consiglieri regionali su poco più di 1.000. Uno ogni cinque. Ma tutto lascia prevedere che il loro numero sia destinato ad aumentare notevolmente.





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