ANNO 14 n° 120
Laziogate, s'indaga anche sul periodo 2005-2010
La procura ha disposto accertamenti sui conti dei gruppi regionali
07/12/2013 - 02:00

VITERBO – Sta travolgendo tutti e tutto l'inchiesta sulle ''spese pazze'' del Pd aperta dalla procura della Repubblica di Rieti. I finanzieri del nucleo tributario, secondo quanto si è appreso, hanno ricevuto il mandato dal procuratore capo Alberto Saieva di scavare nei conti dei gruppi regionali anche nel quinquennio 2005 - 2010, quello in cui alla guida della Regione c'è stato dapprima Piero Marrazzo e poi, in qualità di reggente, Esterino Montino.

Proprio Montino è uno dei quattro ex consiglieri Pd dall'altro ieri finito sul registro degli indagati insieme con i compagni di partito Mario Perilli, dal 2010 al 2012 tesoriere del gruppo, Enzo Foschi, attuale capo della segreteria del sindaco di Roma Ignazio Marino, e il viterbese Giuseppe Parroncini. Con loro sono indagati dieci tra imprenditori e commercianti. Le ipotesi di reato vanno, a vario titolo, dal falso al peculato al finanziamento illecito. Reato, quest'ultimo, contestato agli imprenditori che si sarebbero “prestati” a emettere fatture gonfiate o completamente false al fine di mettere a disposizione dei politici somme da destinare ad altri scopi.

Il metodo usato, definito ''bipartisan'' dal procuratore Saieva sarebbe più o meno analogo a quello su cui stanno indagando le procure di mezz'Italia: un fiume di soldi finito in mille rivoli, nessuno dei quali, o quasi, sarebbe rientrato negli ''scopi istituzionali'' o nel ''rapporto eletto-elettori'' finanziabili con i fondi a disposizione dei gruppi consiliari. Un sistema il cui copyright spetta a Franco Fiorito, ''Er Batman'' di Anagni, ex capogruppo Pdl alla Pisana, già condannato per una serie di ruberie nonostante abbia restituito un milione e 200mila euro succhiati come un'idrovora dalle casse del consiglio regionale del Lazio.

In attesa di verificare cosa emergerà dalle contabilità dei gruppi nel quinquennio 2005-2010, regnante Marrazzo e Montino, i finanzieri continuano a scavare nelle carte del Pd relative alla breve e tribolata amministrazione Polverini. E tutto lascia prevedere che l'elenco delle ''spese pazze'', così come quello degli indagati, non si allunghi ulteriormente. Del resto è difficile immaginare che le cene spacciate per convegni, cesti natalizi, e interviste a pagamento, prebende di vario genere a televisioni locali e giornali web siano stati concentrati nel solo 2011.

Ieri, l'ex capogruppo Pd Montino, in un'intervista al Corriere della Sera, dopo aver difeso il suo operato, ha chiesto che le indagini vengano estese a tutti i gruppi politici. Sul modo in cui sono stati spesi gli oltre 2 milioni di euro del gruppo che presiedeva ha detto: “Io facevo il capogruppo, mica il carabiniere. La legge regionale – ha aggiunto – consentiva di utilizzare i fondi con una semplice autocertificazione e le presentazione dei giustificativi sommari. Se ci sono stati furbi risponderanno con le loro azioni”.

Alla domanda su perché, nel settembre 2012, in un'intervista, dichiarò che i 4.500 euro spesi in un'enoteca viterbese fosero regali per bambini, Montino ha risposto: “Avevo capito che quella spesa era per i bambini bisognosi. Sa, l'elenco delle fatture era lungo. Solo dopo Parroncini mi spiegò...”. Ripeto, non facevo il carabiniere, c'era l'autocertificazione''.





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