ANNO 14 n° 119
Laziogate, gli inquirenti: ''Spese pazze, un sistema bipartisan''
06/12/2013 - 02:00

VITERBO – ''Un sistema bipartisan'': sarebbe stata questa l'esclamazione del procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva dopo aver preso visione del contenuto dell'informativa di reato sulle presunte ''spese pazze'' del gruppo Pd alla Regione Lazio, consegnata mercoledì mattina dagli uomini del nucleo tributario della Guardia di Finanza.

Una locuzione del magistrato  ha trovato puntualmente conferma l'altro ieri nella Capitale. Mentre a Rieti finivano nel mirino della giustizia quattro ex consiglieri regionali del Pd, (Esterino Montino, Enzo Foschi, Mario Perilli e Giuseppe Parroncini, accusati a vario titolo di falso, peculato e finanziamento illecito) a Roma, il pubblico ministero Alberto Pioletti, coordinatore del pool che ha condotto l'inchiesta sullo scandalo dei fondi del gruppo Pdl, ha fatto notificare l'avviso di conclusione delle indagini a quattro ex consiglieri della rive gauche: Carlo De Romanis, Lidia Nobili e Romolo Del Balzo, accusati di truffa, e Stefano Galletto, nei cui confronti è stato ipotizzato il reato di peculato. Per tutti è imminente la richiesta di rinvio a giudizio.

Lo stesso Pm ha chiesto l'archiviazione della posizione di Francesco Battistoni, successore di Fiorito alla guida del gruppo Pdl. Anche nei suoi confronti, nonostante fosse stato il primo a denunciare pubblicamente le malefatte de ''Er Batman'' di Anagni, era stato ipotizzato il reato di peculato. Evidentemente, però, dalle indagini non sono emersi elementi di colpevolezza a suo carico.

Che l'uso spregiudicato, più spesso l'abuso, dei fondi pubblici configuri un ''sistema bipartisan'' è stato chiaro fin dall'esplosione dello scandalo: in manette, per primi, finirono l'ex capogruppo Fiorito e il suo collega dell'Italia dei Valori Vincenzo Maruccio. Uno di maggioranza e l'altro d'opposizione.

Un ''sistema bipartisan'' che rimarrebbe tale anche qualora i consiglieri coinvolti, da destra a sinistra, riuscissero a dimostrare di non aver varcato i confini del lecito. Comunque vada, resterebbe indiscutibile il meccanismo ben collaudato che ha permesso a tutti di spendere e spandere soldi della collettività (quasi 5 milioni di euro i soli Pd e Pdl nel 2011) per scopi quantomeno discutibili: alberghi di lusso, convegni, cene, interviste a pagamento, regalie a giornali web compiacenti, cesti natalizi e via dicendo.

Dal Piemonte alla Lombardia; dall'Emilia Romagna al Lazio; dalla Campania alla Sicilia è dovunque la stesa musica. Il sistema e trasversale e parcellizzato. 





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