VITERBO - Il procuratore capo di Rieti Giuseppe Saieva ha firmato questa mattina 14 decreti di iscrizione nel registro degli indagati nei confronti di 4 ex consiglieri regionali Pd e altre 10 persone, tutti imprenditori e commercianti. Le ipotesi di reato sono, a vario titolo, peculato, falso e finanziamento illecito.
I politici coinvolti sono: Esterino Montino, ex capogruppo Pd alla Pisana e attuale sindaco di Fiumicino; Enzo Foschi, attuale capo della segreteria del sindaco di Roma Ignazio Marino; Mario Perilli, tesoriere del gruppo dal 2010 al 2012, e il viterbese Giuseppe Parroncini.
Mercoledì mattina, la Procura aveva ricevuto l'informativa di reato contenente gli accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza, sulle spese per oltre 2 milioni di euro compiute dal gruppo del Partito Democratico durante l'amministrazione Polverini.
''So di avere la coscienza pulita e che alla fine si capirà tutto, compreso il battage mediatico che ha preceduto e anticipato questa storia''. Così su Facebook Enzo Foschi, capo della segreteria del sindaco di Roma Ignazio Marino ha commentato la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati della procura di Rieti.
''Leggo sulla stampa – ha aggiunto - che sarei formalmente indagato. Se anche fosse, non ho alcun timore a parlare con i magistrati che si stanno occupando della cosa. Ad ora tutta la vicenda mi è nota solo per ciò che hanno scritto i giornali. Non so assolutamente cosa mi si contesti''.
Foschi conclude scrivendo che ''è chiaro che qualora fosse vero ciò che riporta la stampa, chiederò di essere ascoltato immediatamente. Ho fiducia nella giustizia''.
Da parte sua, Parroncini fin dalla scorsa settimana, dopo aver precisato di essere completamente all'oscuro di qualsiasi inchiesta su di lui e di aver appreso la notizia dalla stampa, si è detto pronto ''a fornire tutti i chiarimenti del caso alla magistratura''.
Analoghe le dichiarazioni di Montino: ''Sono sereno – ha detto -, con la coscienza a posto e confermo la mia totale disponibilità ad essere sentito il prima possibile dalla Procura. Ho piena fiducia nel lavoro dei magistrati e sono consapevole di aver agito personalmente sempre in assoluta trasparenza''.
Ma il Pdl di Fiumicino è di diverso avviso: ''Più che una questione legale - ha scritto in una nota diffusa ieri sera - l'iscrizione del sindaco Montino nel registro degli indagati per i fondi regionali apre una valutazione morale e di opportunità. Fu il sindaco Montino - prosegue il Pdl - dopo l'affaire Fiorito a chiedere le dimissioni di Renata Polverini. Lo stesso Montino, replicando a Matteo Renzi sulle spese del Pd regionale a rassicurarlo: che se fosse stato indagato non avrebbe esitato a dimettersi. Siia coerente con se stesso - conclude la nota - e al prossimo consiglio comunale si presenti in aula con le proprie dimissioni''.