ANNO 14 n° 119
Gli atti a Viterbo o Roma per competenza territoriale
Lo stabilirą il procuratore di Rieti
02/12/2013 - 00:00

VITERBO – Roma o Viterbo: con tutta probabilità sarà una di queste due procure della Repubblica ad occuparsi delle indagini relativi all'ex consigliere regionale Giuseppe Parroncini. Il procuratore di Rieti, che oggi dovrebbe riceverà il voluminoso fascicolo messo insieme dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza del capoluogo Sabino sulle presunte ''spese pazze'' del gruppo Pd alla Pisana, nei prossimi giorni dovrebbe inviare gli atti alle procure competenti per territorio.

Qualora il magistrato arrivi alla conclusione che il presunto reato di peculato sia stato consumato a Viterbo, luogo in cui, nel dicembre 2011, è stata emessa la fattura da 4.500 euro (di 8mila secondo un’altra versione) per l’acquisto di vini presso una nota enoteca, la competenza sarebbe della procura viterbese. Qualora, invece, dovesse ritenere che il reato si sia concretizzato nel momento in cui l’importo è stato posto a carico del gruppo consiliare, quindi nella sede del Consiglio Regionale, in via della Pisana, la competenza sarebbe della procura di Roma. Lo stesso discorso vale per i contributi agli organi d’informazione definiti ''amici'' o ''compiacenti'' dalle fiamme gialle, ai quali sarebbero arrivate svariate decine di migliaia di euro dalle casse del gruppo Pd.

Complessivamente, stando a quanto ha messo nero su bianco la Guardia di Finanza, i consiglieri regionali Pd in carica dal 2010 al 2012, quanto la giunta di centrodestra di Renata Polverini si è dissolta, travolta dallo scandalo del ''Batman'' di Anagni Franco Fiorito , avrebbe speso circa 200mila euro, cioè il 10% dell’appannaggio da 2 milioni, per pagare spese che non rientravano né nelle attività istituzionali né nel rapporto eletto-elettori, le uniche consentite. Insomma, un uso disinvolto dei fondi pubblici. Un andazzo che accomuna il Lazio a molte altre regioni d’Italia, travolte da scandali analoghi.





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