di Roberto Pomi

VITERBO - ''Hanno fretta di cacciarmi perché hanno bisogno di un consigliere allineato per essere più sereni sull'approvazione del bilancio. Stanno creando un clima di veleno e di falsità e sono pronto a querelare il consigliere Martina Minchella per quanto detto'', questa è la reazione di Francesco Moltoni agli sviluppi sulla discussione della sua decadenza.

Non c'è stato il numero legale per affrontare il punto all'ordine del giorno nel consiglio di ieri ma non è mancata una fitta spedizione di comunicati e dichiarazioni. A cominciare da quelle del presidente Ciorba che nel suo ufficio ha incontrato la stampa e ha in sostanza sollecitato i consiglieri a presentarsi in aula, sottolineando il rischio di incorrere nel reato di omissione d'atti d'ufficio in caso di non voto sulla decadenza. Poi è arrivato un comunicato a firma di Minchella, dove si parla di ''difesa della casta''.

Moltoni non ci sta: ''Siamo alla dichiarazioni di cose assurde e false. Tra quindici giorni arriva la sentenza della nota causa tra Comune e assicurazione. Chiedo semplicemente di aspettare perché in caso di condanna di quest'ultima sono nelle condizioni di risolvere la mia situazione e pagare gli 80mila euro. Invece vogliono cacciarmi, per un bieco calcolo politico. Calpestano così la mia dignità, il mio ruolo di consigliere eletto e quindi la democrazia. Sono interdetto''.

Ma al di là delle reazioni di Moltoni l'intera compagine politica di Palazzo dei Priori è andata in fibrillazione nel leggere le dichiarazioni di Ciorba e Minchella. Le minoranze scuotono la testa. L'ipotesi sventolata di omissione d'atti d'ufficio non convince. Scompiglio anche all'interno del Pd, dove le dichiarazioni non sono state gradite da una parte. Quella assente. Il tutto alla vigilia di un incontro del gruppo con gli assessori per discutere proprio di bilancio. Incontro previsto oggi pomeriggio alle 17 nella sede di via Polidori. La pace ritrovata è già decaduta?