ANNO 14 n° 118
Decadenza Tofani e Moltoni, chiesto nuovo parere al ministero
Oggi si riunisce la capigruppo
08/04/2015 - 00:01
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di Roberto Pomi

VITERBO - Decadenza, chiesto un secondo parere al Ministero dell’Interno. La faccenda si sta infatti rivelando più complicata del previsto e dopo l’ultima discussione in commissione sono emerse delle perplessità proprio sul parere. Un punto interrogativo su tutti è rappresentato dal fatto che, stando a quanto emerso in commissione stessa, il parere originario non terrebbe conto di un punto importante: la causa del Comune di Viterbo contro l’assicurazione, stipulata a garanzia degli allora amministratori ma che si rifiuta di pagare per un presunto errore in fase di stipula della polizza.

Questa mattina è convocata la conferenza dei capigruppo, dove si discuterà anche se portare o meno al prossimo consiglio comunale la questione della decadenza come punto all’ordine del giorno. Ipotesi, quella della imminente discussione, poco credibile alla luce proprio di questo nuovo dettaglio del nuovo parere richiesto.

La decadenza di Moltoni e Tofani ha origine nel pasticciaccio del Cev. I due, insieme agli altri componenti della giunta Gabbianelli, votarono a favore della ricapitalizzazione della partecipata Cev, per tre milioni di euro. Questo per evitare il crack della società stessa e non mandare a casa un centinaio di lavoratori. Un voto con tutti i pareri dei dirigenti in regola.

Tutti i componenti di giunta erano coperti da apposita assicurazione, stipulata dal Comune e per cui veniva trattenuta una quota sulla retribuzione assessorile. Morale della favola la Corte dei Conti giudica danno erariale la decisione in questione e condanna tutti alla restituzione dei soldi. Nel caso di Tofani e Moltoni la cifra fissata è pari a 80mila euro a testa. A dicembre la cifra intera, compresi i soldi di Moltoni e Tofani, è stata inserita in bilancio. A questo punto si è attivata la procedura delle decadenza. O Moltoni e Tofani pagano o il Comune dovrà agire contro di loro, fatto che li renderebbe non più compatibili con la carica di consiglieri comunali.





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