ANNO 14 n° 118
Bocciata la decadenza di Moltoni:
la maggioranza in Comune non c'è più
Lo schieramento che sostiene Michelini non ha i numeri neanche in seconda convocazione e l'esponente Gal resta in consiglio comunale
13/12/2016 - 13:53

VITERBO - (e.c.) Decade la decadenza, com modalità assai decadente. Francesco Moltoni resta un consigliere comunale a tutti gli effetti: la maggioranza comunale non ha i numeri e non passa la delibera che chiede l'esclusione dell'esponente Gal dall'assemblea della Sala d'Ercole, a causa di un debito liquido ed esigibile frutto di una sentenza della Corte dei Conti passata in giudicato per un danno erariale riguardante la vicenda ex Cev. Al suo posto, fosse passata la delibera, sarebbe stata prevista la surroga di Vita Sozio, prima dei non eletti della lista di Oltre le Mura. Ma Moltoni resta in consiglio. Otto voti a favore, nove contrari, dieci tra astenuti e ricorrenti all'articolo 47/4 che permette in questo caso di essere presenti ma di non partecipare alla votazione. Il sì arriva dal sindaco Michelini e dai consiglieri Minchella, Bizzarri, Ciorba, Simoni, Treta, Moricoli e De Dominicis. Taborri si astiene, così come anche lo stesso Moltoni per obbligo di legge, mentre Serra, Quintarelli, Troili, Boco, Cappetti, Mecozzi, Micci, De Alexandris e Frontini scelgono il 47/4. Contrari Volpi, Insogna, Marini, Sberna, Ubertini, Galati, Grancini, Buzzi e Santucci.

Nonostante la seduta fosse in seconda convocazione, la maggioranza comunale non perde l'occasione per dimostrarsi in frantumi. Inutile il richiamo del sindaco al tema etico e alla libera scelta, lo schieramento che lo sostiene di fatto non c'è più. Dopo un dibattito durato qualche ora, l'esito della votazione è impietoso e salva Moltoni in corner.

'Da anni sono contrariato per questa procedura - apre le danze della discussione Giulio Marini (FI) -, siamo al momento clou della vicenda ma non è ancora chiaro quali responsabilità scattino per chi vota il provvedimento di decadenza'. Gianmaria Santucci chiede che venga letto integralmente il parere del consulente del sindaco, il giudice Alessandro Pascolini, che ha dato il via libera alla discussione su Moltoni, mentre Antonella Sberna si interroga sui rischi e gli obblighi dei consiglieri che esprimono il proprio voto. ''La pratica deve essere obbligatoriamente trattata - risponde il segretario generale del Comune, Francesca Vichi -, la procedura deve arrivare a termine, il consiglio ha l'obbligo di esprimersi ma il singolo consigliere è libero come in ogni espressione del voto. Questo è un atto con pochi contenuti discrezionali, che prevede solo la verifica dell'esistenza dei presupposti previsti dalla norma'. Claudio Ubertini non la pensa così. ''Secondo lei per non avere rogne dobbiamo trovare sì - replica -. Ma non vorrei che poi, come nel caso dei revisori dei conti, ci sia chi si rivolge alla procura. Le perplessità restano, insistere nel votare sì non mi convince''.

Francesco Moltoni legge la sua memoria difensiva redatta un anno fa dall'avvocato Massimo Pistilli, mentre il vice presidente del consiglio Daniela Bizzarri legge il parere del giudice Pascolini. Che suscita diverse obiezioni da parte della minoranza. ''Moltoni e Tofani, secondo Pascolini, erano incompatibili sin dall'inizio - afferma Santucci -. Ad oggi la cartella esattoriale nei confronti di Moltoni è sospesa, cosa dovrebbe pagare? Come fa a onorarlo il debito? Nella delibera mancano alcune parti. Rispetto a questa situazione, dobbiamo agire nel massimo della certezza normativa, non per non fare un danno a Moltoni o ad altri ma al Comune e ai cittadini. Non avete risposto sul se questa procedura produca danni all'amministrazione comunale. Vorrei votare in serenità. Sindaco, ponga fine al metodo barbaro dei suoi di fare causa ai consiglieri come lotta politica. Chi ispira gli esponenti della maggioranza a muoversi così faccia un passo indietro''.

''Questa pratica ha solo un valore politico - rincara la dose Ubertini -, se Moltoni restava in maggioranza non si sarebbe fatta. È' squallido anche che si voti in seconda convocazione. Dal 2013 Moltoni e Tofani sono in questa situazione, perchè il segretario non li ha fatti decadere prima? Il loro voto è stato determinante per l'approvazione dio importanti pratiche. Non si può votare una delibera secondo i pareri di un consulente del sindaco: se la decadenza è automatica come dice il segretario generale, perchè passa dal consiglio? È' incomprensibile che si voglia obbligare il consiglio comunale a votare la delibera della decadenza in questo modo. Il parere di Pascolini non scioglie i dubbi, così non c'è libertà di voto''. A breve giro di posta arriva la replica della Vichi. 'Passa dal consiglio perchè era un obbligo presentarlo - risponde il segretario generale -, quello di Pascolini era un parere richiesto dal consiglio. La procedura di esecuzione della cartella esattoriale è distinta da quella che oggi si esamina qui. La sospensione è solo a fini istruttori e non fa sì che il consiglio comunale non debba decidere nel merito di questa vicenda. Sull'illegittimità e sull'incompatibilità dal momento dell'elezione non ho dubbi, perchè gli effetti di quella sentenza di primo grado al momento erano sospesi. La sentenza con formula esecutoria è arrivata dopo, e da lì è partita la procedura''.

A metà seduta, però, iniziano a palesarsi i primi dubbi anche in zona maggioranza. Dove i voti per arrivare all'approvazione della delibera non ci sono, perchè parte del Pd ricorre all'articolo 47/4 e gli assenti sono troppi: scontata la bocciatura al momento del voto. Iniziano le grande manovre, mentre dalla voce dell'assessore Giacomo Barelli, nel suo ruolo di avvocato, arriva una posizione contraria a quella della Vichi. ''E' un paradosso - dichiara -, la cartella è sospesa: si può chiedere di pagare a chi di fatto non può pagare anche volendo? Capisco le difficoltà dei consiglieri di entrare in certi meccanismi. Non posso essere tacciato di partigianeria, non ho cambiato idea, ma oggi ci sono dei fatti che effettivamente cambiano le cose''. E cambiano parecchio. Insogna rincara la dose. ''Che la votiamo a fare una delibera - chiede - che impone di pagare quando di fatto non è possibile pagare?''.

Dalle parti della maggioranza inizia a essere evidente che i voti non ci sono. Una via d'uscita dignitosa neanche. ''Da sempre sono stato convinto che il debito non fosse mai stato chiaro - dichiara Marco Volpi -. Non è possibile votare''. Una specie di sentenza, se si considera che buona parte della maggioranza la pensa come lui.

''Questo non è un voto politico - interviene il sindaco Leonardo Michelini -. Non ci sono preconcetti rispetto a questa vicenda, qui nessuno sta con un vincolo di mandato, non lo voglio da nessuno. Non ci sarà ami parere che convinca tutti senza lasciare adito a dubbi. Non mi sono fatto fare il parere da Pascolini, voglio però rassicurare anche sul fatto che un mese fa un candidato non eletto abbia sollecitato il voto su Moltoni perchè il ritardo poteva causarle un danno. C'è libertà di coscienza per tutti, come successo così revisori. Secondo me ci sono tutti gli atti per decidere, ma questa non è una decisione politica. Non ho mai fatto atto dissuasivi rispetto al ruolo del consigliere comunale, la volontà di esprimersi fa onore a tutti i consiglieri che votano in maniera libera. Moltoni era candidato con me, come la Sozio che ha fatto atto di diffida. Per me pari sono. Ognuno voti come crede'. Concetto ribadito nella riunione di maggioranza chiesta poco dopo dal capogruppo Pd Mario Quintarelli: il sindaco lascia mani libere.

Si procede al voto, con annesse previe dichiarazioni. 'Il voto del Pd non sarà politico - dice Quintarelli -, si procederà ognuno secondo coscienza in base agli atti e al dibattito''. Si procede in ordine sparso. ''Non ci avete detto ancora quali responsabilità rischiamo - dice Marini -, penso che un voto contrario alla decadenza non implichi nulla e voterò contro''. ''Non avete numeri e pensate che oggi vi risolviamo problemi creatori da voi - attacca Santucci -. Lei presidente e il segretario generale siete degli irresponsabili. Ci portate in aula atti che non hanno i pareri adeguati. Su questa pratica insistono tre cause diverse, ci state facendo votare nonostante non si sappia l'esito. Vi siete ostinati a portarla in consiglio e neanche in seconda convocazione avete i numeri. Noi votiamo no perché la pratica è carente nelle motivazioni, ve lo ripeto da 24 mesi, ed è a rischio di danno all'amministrazione. Saremo costretti a votare no per tutelare il Comune'. No annunciato anche da Fratelli d'Italia e gruppo misto. Si procede con la conta dei voti: Moltoni si salva, la maggioranza Michelini no.





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