ANNO 14 n° 120
Migranti, per ora nessun alunno ritirato
Serrato confronto tra scuola
e genitori alla primaria Grandori
12/10/2016 - 19:35

VITERBO – Migranti in via Emilio Bianchi, la situazione non è ancora chiara per i genitori degli alunni dei plessi scolastici Tecchi e De Amicis ma una cosa è certa: nessuno per il momento ha deciso di ritirare i propri figli. L’assemblea di oggi pomeriggio, convocata nei locali dell’istituto Grandori dalla dirigente scolastica Marina Marini per illustrare ai genitori degli alunni l’iter che si è concluso sabato mattina scorso con l’arrivo di 39 persone, tra donne e bambini, al Cas in via Bianchi, avrebbe dovuto tirar fuori una qualche soluzione, viste le polemiche e i dubbi che sono stati sollevati. Ma di soluzione, almeno finora, non c’è ombra. Anche perché gli stessi genitori non sono d’accordo tra loro.

C’è confusione tra le famiglie. C’è confusione, soprattutto, per come gestire al meglio l’arrivo di tutte queste persone stipate in pochi metri quadrati e in una zona considerata ''a rischio''. Ma prima del confronto coi genitori la preside ha tenuto a chiarire la posizione della scuola. ''La prima mossa – dice la Marini – è stata contattare le istituzioni sull’arrivo dei richiedenti asilo nel centro in via Bianchi di cui avevo sentito parlare. Ma dal capo del gabinetto prima, dall’assessore comunale alla scuola poi, nessuna risposta concreta. La prima richiesta di informazioni ufficiale è datata 16 settembre, ma fino a sabato mattina, quando sono effettivamente arrivati, nulla di certo. Ora – prosegue – esigo rassicurazioni e collaborazioni tra istituzioni. E non solo nell’immediatezza perché io devo rendere conto di questa situazione a oltre 400 alunni e altrettante famiglie''.

Le perplessità, però, e ci tiene a sottolinearlo, non sono per l’arrivo delle 39 persone, che, precisa. hanno già passato il primo e il secondo screening sanitario di primo e secondo livello, ma per la configurazione di via Emilio Bianchi che non appare opportuna. Pur ribadendo poi che non è competenza specifica del Comune, nell’incontro che si è svolto ieri il sindaco si è reso disponibile a lavorare insieme per un progetto specifico e di concerto col questore ha già assicurato un controllo più assiduo nella zona. Azioni condivise per meglio gestire una situazione d’emergenza, perché così è stata definita. E due di queste, per esempio, sono già state individuate dalla scuola: ''Abbiamo chiesto al prefetto di parlare direttamente agli studenti – spiega la professoressa Rosanna Giliberto – e verranno in classe anche ragazze nigeriane per raccontare le loro storie. Gli alunni, a dirla tutta si sono detti entusiasti di aprire i propri orizzonti. Ecco, in questo modo si cresce. Inoltre - aggiunge – queste persone verranno seguite grazie a corsi di orientamento ed educazione civica che si terranno a Montefiascone, negli orari che corrispondono a quelli dei vostri ragazzi. Non ci saranno bivacchi nella via''.

Poi la parola ai genitori. Pareri discordanti tra chi non si dà pace su come sia stata gestita questa situazione, tra chi si rimette fiducioso nelle mani della scuola e chi avanza problemi di ogni genere, dalla viabilità all’opportunità di avere volanti delle forze dell’ordine alle estremità della via.

''Il posto è sbagliato – tuona Emanuele Fioretti, papà di un alunno e direttore dell’asilo nido dell’Unitus – Non è una zona facile, è un triangolo quello tra Sacrario, San Faustino e via Emilio Bianchi dove si concentrano spaccio e prostituzione. Non prendiamoci in giro. Sul serio nessuno, in prefettura e in Comune, sapeva? Eppure i lavori sono stati svolti. Possibile che non era disponibile un’altra location? E poi riecco Caffeina. I dubbi vengono, eccome. Devono andare via di lì e non lo dico perché non credo nell'integrazione, tutt'altro. Ripeto: via Bianchi non è il posto giusto''. Ma la dirigente scolastica non ci sta: in questa sede si parla di scuola e di studenti, il resto non ha senso di essere nemmeno menzionato.

Di avviso opposto a Fioretti un altro papà, Vasco Araldi, che tenta di aprire un altro orizzonte: ''Sfruttiamo questa possibilità come occasione di crescita'', dice. Un’altra mamma osserva: ''Abbiamo scelto di mandare in queste scuole i nostri figli perché sono valide. Ai genitori che non sono d’accordo e pensano di ritirare i propri figli chiedo: se poi aprono un centro sotto casa che fanno? Cambiano casa?''. C’è poi chi si preoccupa della viabilità in quella via così stretta e già congestionata e chi dice che 40 donne richiameranno l’attenzione di altrettanti uomini.

C’è preoccupazione ma la situazione è comunque provvisoria: i migranti dovrebbero restare un paio di mesi anche se i tempi alla fine non vengono sempre rispettati. In ogni caso, per ora, nessun alunno della De Amicis e della Tecchi verrà fatto ritirare. E viste le premesse e le polemiche dei giorni scorsi non era del tutto scontato. 





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