ANNO 14 n° 119
Inchiesta Vinitaly, chiesto rinvio giudizio per Birindelli & Co.
20/03/2014 - 02:01

VITERBO – Sono state depositate ieri le richieste di rinvio a giudizio per otto degli undici indagati nell’ambito dell’inchiesta Vinitaly.

Si tratta, in primo luogo, dell’ex assessore regionale Angela Birindelli e dell’ex direttore dell’Opinione di Viterbo Paolo Gianlorenzo. Poi ci sono: la collaboratrice di quest’ultimo Viviana Tartaglini; Erder Mazzocchi, ex commissario straordinario dell’Arsial; Roberto Ottaviani, ex direttore dell’assessorato; Luciano Rossini, impiegato dell’Agenzia delle Entrate; Sara Bracaloni, dipendente della Asl; e l’ex patron della Viterbese Calcio Giuseppe Fiaschetti. 

Sono invece fuori dalla maxi inchiesta l’ex sindaco di Viterbo Giulio Marini: Rosalba Robuano, dipendente comunale; e il dirigente della Regione Lazio Giulio Somma, i cui ruoli sono evidentemente stati considerati marginali dal pool inquirente. 

Per tutti gli altri i reati contestati, a vario titolo, vanno dalla tentata estorsione alla corruzione, alle minacce, fino all’appropriazione indebita. Ancora, tra le accuse, detenzione abusiva di arma, ingiuria, concussione (tentata e non), falso, rivelazione di segreti d’ufficio, abuso d’ufficio, peculato.

Quella su Vinitaly è uno dei filoni in cui si dipana la maxi inchiesta partita da un esposto dell’ex consigliere regionale Pdl Francesco Battistoni che, a suo dire, veniva fatto oggetto di una pesante campagna stampa da parte del quotidiano L’Opinione di Viterbo, diretto da Paolo Gianlorenzo. Campagna stampa che, sempre secondo la denuncia di Battistoni, sarebbe stata la ''contropartita'' di alcune inserzioni pubblicitarie, per un importo complessivo di 18mila euro, ottenute da Gianlorenzo dall’allora assessore regionale Angela Birindelli, militante dello stesso partito ma sua acerrima nemica.

Scavando nel groviglio di rapporti tra la Birindelli e il giornalista, gli investigatori hanno individuato e percorso altre piste, tra le quali, appunto, quella relativa al Vinitaly.

Nel luglio scorso, dopo quasi un anno e mezzo di indagini, il Pm Siddi fece notificare agli indagati l’avviso di conclusione delle indagini. Secondo il quadro tratteggiato dagli inquirenti guidato dal sostituto Massimiliano Siddi, la Birindelli avrebbe fatto pressioni indebite sull’Ente autonomo Fiera di Verona per far assegnare a una ditta riconducibile all’ex presidente della Viterbese Fiaschetti la comunicazione del Padiglione Lazio al Vinitaly 2011, per un compenso di circa 600mila euro. E ci avrebbe riprovato, riuscendoci, anche nel 2012, per una cifra doppia. Ma la ditta, cui non era stato ancora saldato il compenso dell’edizione precedente, rispose ''no grazie''.

Adesso si attende l’udienza preliminare.





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