VITERBO – (ale.ser.) Tentata corruzione ed estorsione. Concussione ed abuso d’ufficio. Diffamazione. Un’inchiesta suddivisa in diversi filoni di indagine in cui ruotano gli stessi personaggi. Che si incrociano in una trama macchinosa apparentemente tessuta ad arte con tre capitoli principali: Vinitaly, Psr (Piano di sviluppo rurale), Macchina del fango.

Quanto ai capitoli numero 1 e 2, è di ieri l’ufficializzazione dell’iscrizione sul registro degli indagati di Erder Mazzocchi, ex commissario dell’Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’Agricoltura del Lazio, per abuso di ufficio.

Sotto la lente di ingrandimento del pool inquirente guidato dal sostituto Massimiliano Siddi ci sarebbe la gestione del personale Arsial. E, proprio su incarichi e trasferimenti di alcuni dipendenti, sarebbe stato incentrato il lunghissimo colloquio (è durato circa sei ore) sostenuto da Mazzocchi negli uffici della Procura viterbese.

Al dirigente voluto dall’ex governatrice Renata Polverini a capo dell’Agenzia fino al 2011, sarebbero stati chiesti lumi anche sul Vinitaly. Perché fu proprio sotto la sua direzione che l’Arsial curò lo stand del Lazio al Salone del vino di Verona. L’anno successivo, invece, il padiglione venne interamente gestito dall’assessorato regionale all’Agricoltura. E, guarda caso, tra gli indagati spicca proprio l’ex assessore Angela Birindelli.

Ad attirare l’attenzione degli inquirenti, in particolare, ci sarebbe il settore comunicazione. Gestito, in entrambe le edizioni, dalla società dell’imprenditore corchianese Giuseppe Fiaschetti, ex patron della Viterbese Calcio. Squadra del cuore del sindaco Giulio Marini, indagato anche lui per concussione ed abuso in concorso con la già citata Birindelli. Secondo l’ipotesi accusatoria, quindi, i due potrebbero aver favorito l’assegnazione del servizio.

“Sono tranquillo”, ha detto Mazzocchi uscendo dagli uffici di via Falcone e Borsellino, aggiungendo di essere stato lui stesso a chiedere di essere ascoltato dal pm Siddi.

Il sostituto, nel frattempo, continua a lavorare anche sul terzo capitolo dell’inchiesta (il primo cronologicamente), quello in cui sono indagati per corruzione e tentata estorsione la Birindelli e i giornalisti Paolo Gianlorenzo e Viviana Tartaglini, rispettivamente ex direttore del quotidiano L’Opinione di Viterbo e amministratrice della cooperativa che lo produceva.

L’apertura del maxi fascicolo è conseguente alla denuncia dell’ex consigliere regionale Francesco Battistoni, secondo cui la Birindelli avrebbe commissionato 18mila euro di inserzioni pubblicitarie per la promozione delle attività del suo assessorato. E il quotidiano, per “riconoscenza”, avrebbe orchestrato una campagna stampa diffamatoria contro lo stesso Battistoni.

Da questo filone d’indagine parte, nel settembre 2012, un ulteriore capitoletto, scaturito da un’altra denuncia per diffamazione a mezzo stampa presentata dai legali di Battistoni e da due aziende viterbesi nei confronti di Gianlorenzo, che nel frattempo, archiviata l’esperienza con L’Opinione, torna alla direzione del giornale on line EtruriaNews (già Nuovo Viterbo Oggi). Qui, il 14 settembre, pubblica una decina di fatture relative a presunte spese sostenute da Battistoni.

Fatture che il procuratore capo Alberto Pazienti avrebbe poi definito “evidentemente e grossolanamente alterate o completamente falsificate”.

Gianlorenzo, dal canto suo, ha sempre sostenuto di averle pubblicate così come gli erano state consegnate da qualcuno “vicino” a Fiorito. Quest’ultimo, invece, interrogato per ore dal pm Siddi, aveva dichiarato di non aver dato un bel niente a Gianlorenzo, aggiungendo che le fatture da lui depositate alla Procura di Roma (dove è indagato per peculato), sono autentiche, al contrario di quelle pubblicate sul sito viterbese.

Obiettivo del pool di Siddi, in questo contesto, è individuare l’occulto manipolatore. (E su quest’ultimo capitoletto, forse, potrebbero esserci sviluppi. A breve).