ANNO 14 n° 119
Giudizio in contumacia per Fiorita il dentista sparito con il ''bottino''
Avrebbe truffato 659mila euro a 79 clienti prima di scappare
19/07/2012 - 04:00

Flavia Ludovisi

VITERBO - Partirà questa mattina il processo a carico di Gianfranco Fiorita, il dentista viterbese scomparso il 14 ottobre 2010 accusato di appropriazione indebita aggravata. Dovrà rispondere, infatti, di una somma superiore a 600mila euro, ovvero i soldi che i suoi pazienti, circa una settantina, gli avrebbero versato prima di scomparire nel nulla. Secondo la Procura di Viterbo, Fiorita avrebbe anche abusato del rapporto di prestazione d’opera tra lui e i suoi pazienti oltre che della loro buona fede, approfittando di ''circostanze di tempo, di luogo o di persona, anche in riferimento all’età, tali da ostacolare la pubblica o privata difesa’’.

La vicenda è iniziata a ottobre di due anni fa quando il dentista aveva fatto perdere le sue tracce. Ma non è stato difficile capire che la sua fosse una fuga viste le denunce, circa una trentina, sporte nel giro di due settimane dai soci e dai clienti che avevano versato larghi anticipi al professionista. Lui da quel 14 ottobre 2010 non si è fatto più vivo a Viterbo e dal Sudamerica (non si sa ancora se dal Paraguay, dove in passato aveva comprato casa, o dalla Bolivia) ha negato le accuse e ha sempre scritto al suo legale Roberto Alabiso di essere stato costretto a fuggire per via di ripetute minacce. La Procura, però, ha aperto un’inchiesta per truffa e emesso un mandato di cattura internazionale.

Dalle indagini della squadra mobile di Viterbo coordinate da Fabio Zampaglione era emerso che Fiorita, tra l’altro, era già emigrato in Sudamerica nel 1994, avvertendo soltanto i genitori e la moglie, da cui poi si è separato. Si era trasferito in Paraguay, motivo del viaggio: difficoltà economiche, debiti che poi pagò il padre. Risolti i problemi, dopo nove anni di assenza, nel 2003, era tornato a Viterbo, riprendendo in mano lo studio odontoiatrico che aveva lasciato in via Carlo Minciotti, al Pilastro. Quella fuga però, al contrario di quella ultima, non ebbe conseguenze penali.

Il processo civile a carico di Fiorita si è concluso lo scorso gennaio con il sequestro dei beni del dentista: due case, una a Viterbo e una in Calabria, e tutta l’attrezzatura dello studio odontoiatrico.

Oggi prenderà avvio invece il processo penale, in cui ben 79 persone, tra soci e pazienti, si dicono raggirate dal dentista che, stando alle indagini del sostituto procuratore Stefano D’Arma, avrebbe intascato precisamente 659mila 188 euro e 72 centesimi, abusando sia della buona fede che del rapporto di prestazione d’opera che intercorreva tra lui e i suoi pazienti.





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