di Roberto Pomi

VITERBO - La presidenza di una società polisportiva, l’ideazione del primo documentario sul centro storico di Viterbo, ma anche il favorire l’adozione di bambini sudamericani a distanza. E’ questo il Gianfranco Fiorita nascosto, raccontato dallo stesso dentista nel corso della conferenza stampa voluta con i giornalisti.

Dopo quattro anni lontano da Viterbo e litrate d’inchiostro piuttosto venefico steso sul suo conto, l’odontoiatra ha un pallino fisso: ricostruirsi l’immagine. Soprattutto alla vista di quanto scritto su una nota d’indagine della Mobile. Nota che recita così: ''La personalità dell’indagato è una personalità con evidente propensione a delinquere''.

Così uno dei passaggi più interessanti dell’incontro con la stampa di ieri mattina è proprio il dipinto che Fiorita fa di sé, in risposta a quanto scritto da chi ha effettuato le indagini.

La mia personalità dovrebbe essere descritta su queste parole chiave: altruismo e amore per il mio lavoro. Quindi arriva il racconto del Fiorita nascosto. Con tanto di album fotografico e documentazione varia, che lo stesso ha mostrato alla stampa presente nello studio dell’avvocato Roberto Alabiso.

''Nel 1977 – attacca Fiorita - ero presidente di una polisportiva con 150 ragazzi. Facevamo corsi di calcio, pallavolo e minibasket alla parrocchia del Sacro Cuore. Negli anni ’90 ho ideato e realizzato il primo documentario sul centro storico della città dei papi, si chiamava ''Passeggiando a Viterbo''. Venne presentato in sala regia a Palazzo dei Priori, con tutte le autorità presenti (sul tema apre un inciso: ''sto pensando di rimasterizzarlo e riproporlo'').

Poi ho promosso la costituzione della onlus “Per te salute”. In seguito ai miei legami con i Paesi del Sud America, ho convinto molti imprenditori e facoltosi viterbesi ad adottare a distanza diversi bambini. Un sistema che ha permesso a molti di loro di avere nutrimento e istruzione. Ditemi voi se questa è una personalità atta a delinquere e se vi pare il profilo di un mostro''.