ANNO 14 n° 118
''Viterbo adesso aspetta Camilli''
Michelini, dopo la rinuncia della vecchia Viterbese, apre le porte al Comandante
28/06/2013 - 18:49

VITERBO – L’attesa, la pioggia, la firma. Che arriva alle 17.36, minuto più minuto in meno, e subito dopo il sindaco Michelini e l’amministratore unico della Viterbese Gaetano Di Carlo escono dall’ufficio, si trasferiscono dal Palazzo del podestà a Palazzo dei priori, col codazzo dei tifosi, dei dirigenti del settore giovanile, di un paio d’agenti delle Digos e naturalmente dei cronisti. E’ fatta, è finita. E’ finita la As Viterbese calcio, che ha formalizzato nero su bianco la rinuncia al contratto di gestione dello stadio Rocchi, quel contratto così lungo e così difficile da rescindere, nonostante l’incuria manifesta di cui era tenuto a rispettarlo. Certi contratti, in Italia, valgono a targhe alterne. E se non si risolveva prima l’accordo, il calcio in città rischiava di morire strangolato dai debiti e dalla superficialità, visto che “la gestione amministrativa non era più sostenibile”, come si è trovato ad ammettere – alleluia alleluia – anche lo stesso Di Carlo. Mentre tutti gli altri personaggi che avevano volteggiato intorno alla carcassa gialloblu si sono polverizzati all’improvviso. Era ora.

C’è voluto tutto il pressing asfissiante dei dirigenti del settore giovanile, capitanati dal presidente del vivaio gialloblu Mario Corinti, per marcare stretto l’amministratore unico. Due giorni passati a braccarlo tra Roma, Pomezia e finalmente, oggi, Viterbo, per le firme e la fine della storia. Meritano una targa, Corinti i suoi, aiutati anche dall’esperienza del senatore Pollastrelli, presidente del BarcoMurialdina: il settore giovanile sopravviverà con il nome Viterbese, e tanti ragazzi tesserati sono così salvi. Meritano parolacce, invece, tutti colori che hanno cercato di mettere i bastoni tra le ruote fino all’ultimo, accecati dall’invidia o forse chissà cos’altro. Quando si è trattato di mettere i soldi sopra il tavolo, però, tutti via. Un classico. E’ rimasto solo Di Carlo, alle corde, e dunque costretto a firmare e a salvare così il futuro del pallone cittadino. Merito anche dei tifosi, che dopo aver mandato avanti la Viterbese negli ultimi mesi coi loro soldi oltre che con i loro cori, si sono adoperati tanto per la conclusione positiva della faccenda. E che domani alle 11 festeggeranno allo stadio, trasformando il previsto sit in di protesta in un benvenuto per Camilli.

“Aspettiamo Camilli – ha detto il sindaco MIchelini – con il quale ho parlato e che mi sembra il candidato più serio per fare calcio a Viterbo e riportare questa città su platee prestigiose, tra i professionisti. Il campo sportivo? Lunedì andremo a verificare le condizioni, per ora ho visto solo alcune foto, ma di campi me ne intendo un po’ e credo che la situazione non sia irrimediabile. Se necessario coinvolgeremo anche l’università della Tuscia, che ha tra i migliori esperti nazionali in materia. Il Rocchi deve essere tirato a lucido, per la Castrense che verrà ma anche se dovesse arrivare in ritiro il Sydney di Del Piero, ipotesi più che possibile”. E così, con un colpo solo, il signor sindaco ha mandato in brodo di giuggiole sia i tifosi gialloblu sia quelli della Juventus (pardon: del Sydney….).

Miracoli di un pomeriggio di giugno che sembra novembre, miracoli di un giorno che passerà alla storia, senza timor di scadere nella retorica, visto che apre finalmente la strada all’arrivo del Comandante Camilli, sognato da anni. La brutta notizia è che il nome Viterbese, per il momento, resterà in archivio: i regolamenti non consentono più di variare la denominazione della Castrese, bisognerà aspettare la prossima finestra, tra un anno. Nell’attesa, però, si può cominciare a fare qualcosa di nuovo: vincere, per esempio.






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