ANNO 14 n° 118
Viterbese a Roma
per il ripescaggio; Moneti può uscire allo scoperto
04/06/2013 - 04:00

VITERBO – Ancora qualche giorno. Un’attesa necessaria, e però snervante. Bisogna aspettare il ballottaggio, e il risultato che uscirà dalle urne. Dopodiché coloro che dovranno uscire allo scoperto lo faranno, ma anche no. Le strade, lo sappiamo da un pezzo, sono principalmente due, che citiamo in rigoroso ordine alfabetico. Una che fa capo ad Angelo Deodati e una che fa riferimento a Gianni Moneti. Ma andiamo con ordine a registrare le ultime novità.

GRUPPO DEODATI Domani pomeriggio si va a Roma, per un incontro con gli alti papaveri della Figc (forse con il presidente Abete in persona). Argomento all’ordine del giorno, uno solo: capire quali margini ci siano per il ripescaggio in Lega Pro. Già, perché è proprio intorno a questa possibilità che gira il progetto Deodati. Sul quale stanno lavorando da qualche giorno ormai alcuni esperti contabili e legali viterbesi. “Noi siamo pronti a prenderci in carico la società se, e solo se, avessimo la certezza di fare un campionato professionistico – ripetono gli esponenti della cordata – La Viterbese in D, così com’è, non ci interessa”. E infatti, solo tra i pro’ sarebbe consentito, secondo i nostri, scindere in due rami il club, con una bad company alla quale resterebbero i debiti da sanare, spalmati negli anni, e una new company per accedere al ripescaggio. Ma se dalla Federazione, oggi non dovessero arrivare segnali del tipo “Provateci pure, perché ripescheremo parecchie squadre e c’è posto per tutti, specie per una piazza importante come Viterbo”, sarebbe tutto inutile. E buonanotte ai sonatori e ai sognatori.

GRUPPO MONETI Anche Gianni Moneti e i suoi sono pronti all’assalto. L’imprenditore viterbese sta esaurendo la sua esperienza da copresidente del Perugia. Già oggi la società umbra potrebbe annunciare l’addio volontario di Moneti e il passaggio di tutte le quote all’altro numero uno, il romano Santopadre. Ecco allora che Moneti potrà uscire allo scoperto qui, nella sua città natale. “La volontà di fare calcio a Viterbo c’è, ed è seria”, confermano da ambienti vicini a Moneti. Che domenica ha assistito alla sfortunata eliminazione del suo Perugia in tribuna, con due ospiti viterbesi d’eccezione quali Piero Camilli (presidente del Grosseto) e Tonino Ranucci (amministratore unico del club maremmano). Tra Moneti e Camilli c’è in effetti una grande amicizia e stima, ma vedere una possibile collaborazione tra i due in chiave gialloblu è fantiascientifico, o forse solo prematuro. Intanto, Moneti ha già messo all’opera da tempo i suoi consulenti per definire tutti gli aspetti dell’operazione, dal trasferimento del titolo sportivo all’escamotage per salvare il settore giovanile. Ma prima di vedere gli effetti concreti di questo lavoro bisognerà superare indenni il maledetto ballottaggio. Comunque vada a finire.






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