ANNO 14 n° 118
Civita e Viterbese al lavoro per il titolo, grandi manovre dei politici
29/05/2013 - 04:00

VITERBO – Ecco che anche le elezioni sono passate, peccato che questo primo turno non abbia risolto un cavolo. E mica a livello politico (chissenefrega, della politica) ma per quello che riguarda la Viterbese. E le sue sorti, che non sono mica magnifiche ma comunque progressive. Entro pochi giorni bisognerà trovare una strategia seria per risolvere i problemi e garantire il futuro.

Cosa c’entra il ballottaggio? C’entra eccome, visto che qualche candidato ancora in lizza potrebbe avere interesse ad ergersi a paladino dell’operazione salvataggio gialloblu, nella speranza di racimolare un pugno di voti in più o magari soltanto di consenso. E va bene che in città ormai lo dovrebbero sapere anche i muri che la Viterbese non è mai servita per rimediare preferenze (semmai le ha tolte), ma qualcuno evidentemente non ha ancora capito. E persevera. Così come persevera qualcun altro, che dopo aver sponsorizzato il peggiore presidente della storia gialloblu – sì, lui, il Cunijo – ha pure aggiunto una mezza trombatura elettorale. Poi c’è il sindaco Marini, che invece approfitta della sua veste istituzionale per annunciare di aver convocato l’amministratore unico del club gialloblu (Di Carlo) e il consulente fiscale (Giordani, da Roma, che però sta facendo un notevole ostruzionismo) per “un’incontro d’urgenza con loro per discutere della situazione finanziaria della società.  Come primo cittadino di Viterbo – ha detto Marini - ancor prima che come tifoso, ho ritenuto opportuno convocare quel che resta della società gialloblù per capire come stanno realmente le cose. All’incontro si è presentato il commercialista Giordani, che mi ha mostrato i conti del club, facendomi un quadro chiaro della situazione debitoria generale, che reputo grave ma non insanabile”. Meno male. “Solo oggi, a campionato concluso, posso dire di essere a conoscenza della situazione debitoria del club – aggiunge il sindaco -, o per lo meno di averne un quadro più chiaro visto che parliamo comunque di dati illustrati dal commercialista e non certificati. Tuttavia questo mi permette, anche a fronte della richiesta avanzata da alcuni imprenditori che potrebbero essere interessati a rilevare il club ma che vogliono prima legittimamente conoscerne la situazione economico-finanziaria, di pormi come interlocutore principale per qualsivoglia trattativa”. Bene. Manca solo Pierino è la barzelletta è completa. Resta il fatto che per domani a pranzo ci sarà un incontro importante, con quei professionisti viterbesi che vorrebbero coagularsi intorno a Deodati per provare a salvare il club attraverso il ripescaggio in Lega Pro e alla divisione in bad e new company.

Una seconda via invece conduce all’attivismo del direttore sportivo Manfra, che vantando ottimi rapporti con il presidente della Flaminia Roberto Ciappici è al lavoro per rendere possibile il trasferimento del titolo della Flaminia da Civita Castellana al capoluogo. Un sistema, forse l’unico, per assicurare la continuità in serie D del calcio viterbese. I problemi della Flaminia si conoscono: il 30 giugno scade la proroga per la gestione del campo Madami, è saltata la fusione col Monterosi, sono tramontate le ipotesi di spostarsi a Canepina o Vignanello. Nelle prossime ore, in attesa della cena di fine stagione di domani sera, verranno sgombrati magazzini e uffici. Ciappici ha già detto sì all’ipotesi di venire a Viterbo, magari con un posto in società (copresidente?) per lui. E con Manfra, cinque anni fa, avevano già ripetuto l’operazione trasferendo il titolo di D dal Bassano Romano alla Flaminia: in quell’occasione andò tutto benissimo, anche se è vero che di mezzo non c’era un’altra società piena di debiti come è oggi la As Viterbese. Sensazioni? Il trasferimento di titolo è possibile, magari con una formula provvisoria che possa diventare definitiva l’anno prossimo. Ma occhio a tutti gli altri che stanno cercando terze vie per risolvere la situazione. Altri imprenditori, più o meno seri, più o meno “politicizzati”. Venghino venghino, siori e siore.






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