ANNO 14 n° 120
Unioni civili, Cinalli: ''Toni da crociata fuori dalla ragione''
L'intervento del coordinatore del Sel dopo il no dei conservatori
10/01/2014 - 10:22

Riceviamo e pubblichiamo

La questione inerente la istituzione del registro delle unioni civili a Viterbo assume, ora dopo ora, toni da crociata fuori dal tempo e dalla ragionevolezza.

Si raccolgono firme sulle scale delle chiese e si invocano i cattolici militanti a difesa dei destini della nazione, con una arroganza e una indignazione decisamente fuori luogo.

Chi si sente autorizzato a intervenire sulle altrui emergenze e a fare graduatorie sulle sofferenze è egoista e cinico. Chi strumentalizza le cause (ed i diritti) altrui per imporre una propria ed ideologica visione della vita e della società agisce nello stesso modo di chi poneva al bando come immorali libri e opere artistiche. Atteggiamenti oltraggiosi e anacronistici.

Questa può e deve essere – anche a Viterbo, soprattutto a Viterbo - un momento per aprirsi civilmente a nuove esigenze e a diritti che prima non erano considerati perché oppressi da una morale astiosa e chiusa. Ci sono oggi – e per fortuna alla luce del sole perché non più costretti a nascondersi - nuclei affettivi stabili, eterosessuali o omosessuali, con bambini o senza bambini. Situazioni cui non è concesso definirsi famiglie perché una legge lo vieta, ma nei quali vi è identico affetto e cura. A queste persone, a questi bambini, viene concesso meno che agli altri (non possono ricevere visite da parte del “genitore” acquisito in ospedale per esempio), perché il nostro paese fatica ad adeguarsi.

E i conservatori, i difensori della morale ortodossa e della famiglia naturale possono darsi pace, perché saranno sepolti dalla storia come coloro che buttavano fuori dalle mura della città (anche a Viterbo) prostitute, eretici ed ebrei.

Forse costoro riusciranno a innalzare un muro di polvere e a rallentare l'iter di approvazione del registro. Ma non a impedirlo. E forse hanno almeno una ragione: questo provvedimento interessa direttamente una parte minima dei cittadini.

Li invito tuttavia a considerare da una parte la ineludibilità del confronto, che si base su necessità reali e concrete e non su ipotesi astratte, come quella che paventa l'adozione da parte di coppie omosessuali. In seconda istanza, li rimprovero per la loro miopia interessata e meschina. I diritti come le sofferenze non si pesano sul piatto della bilancia dell'interesse pubblico; non si possono mettere in classifica dicendo meschinamente “ci sono cose più importanti”.

Ci fosse anche un solo bisognoso, “portatore” di un diritto, abbiamo – tutti, perché il suo diritto è un mio diritto – il dovere di considerarlo come tale e difenderlo. A nessuno tocchi scacciarlo fuori dalle mura della città o indicargli l'ultimo posto della fila.

Umberto Cinalli

coordinatore comunale Sinistra Ecologia e Libertà di Viterbo

 





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