ANNO 14 n° 119
Tra gli atti della cessione del palazzo spuntano Di Cioccio e Fatica
18/10/2012 - 15:52

VITERBO - Tra gli atti di cessione dell’edificio storico di via Santa Maria Egiziaca, Palazzo Spreca, spuntano due nomi noti agli inquirenti viterbesi: Antonio di Cioccio, funzionario della soprintendenza ai beni culturali e Giovanni Fatica, architetto.

I due, nel 2009, finirono in manette nell’ambito dell’operazione Dazio che riguardava un giro di tangenti per la concessione di apertura di cave o di altre attività in luoghi sottoposti a vincolo paesaggistico con la complicità di Massimo Scapigliati, all’epoca dei fatti dirigente del Comune.

Sulle pratiche di svincolo del palazzo, risalenti al 1989, gli investigatori che lavorano sul caso degli affreschi hanno trovato le firme dei due funzionari. Sembra che i vincoli che successivamente hanno permesso la dismissione dell’edificio e la cessione di privati, fossero stati tolti prima della vendita. Su questo elemento la procura di Viterbo sta cercando di fare chiarezza.

 





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