ANNO 14 n° 118
Il parroco ai funerali di Andrea Agostini: ''Ribellatevi all'idolo del male''
19/05/2014 - 18:29

VETRALLA – “Tutta la parrocchia si unisce in una preghiera corale al dolore dei familiari”. Il pensiero di don Paolo è indirizzato soprattutto ai genitori di Andrea Agostini, la mamma Roberta e al papà Maurizio; e ai fratelli Luca ed Arianna. Seduti ai banchi della prima fila.

La chiesa di Santa Maria del Soccorso, oggi pomeriggio, era gremita di gente. Altrettanta ce n’era fuori, sul sagrato: parenti, amici e conoscenti, arrivati anche da fuori Vetralla, per porgere l’ultimo saluto ad Andrea Agostini, il diciannovenne morto nella notte fra sabato e domenica nel tragico schianto sulla Cassia sud, all’altezza dello svincolo per Tuscania, in cui ha perso la vita anche Paolo Aquilani.

“Avrei un grande desiderio di stare zitto. Da stamattina, anzi da ieri non appena appresa la notizia, mi chiedo: ‘che dico’? Paolo, in questo momento, vorrebbe stare zitto, ma don Paolo deve portare la Parola di Dio. Ecco: per fortuna non dico niente di testa mia, ma solo la Parola di Dio”. E’ con parole schiette e cariche di umanità che il sacerdote ha aperto la cerimonia funebre. Poi la lettura del vangelo, scelta per rivolgere ai giovani un messaggio forte. Un messaggio che don Paolo, ammette, non avrebbe voluto lanciare. “Ho pregato Dio che mi togliesse questo pensiero dalla testa, ma non me l’ha tolto”. E allora a gran voce, come chiamandoli a raccolta, ha detto loro: “Cari giovani, basta. Basta far piangere le madri. Stappatevi bene le orecchie perché sappiate che siamo di fronte ad un bivio: da una parte c’è il Signore che vuole che tutti abbiano la vita in abbondanza, piena di gioie e soddisfazioni, e che per offrircela si è sacrificato salendo sulla Croce; dall’altra c’è l’idolo che ci toglie la vita. L’alcol, il fumo, lo sballo ed il divertimento a tutti i costi. E’ l’idolo che spezza le vite e fa piangere le madri. È l’idolo che si contrappone a Cristo che vuole darci la vita. Accontentiamoci di passare una serata tra amici a dire scemenze. Svegliamoci: è ora di iniziare a dire basta e voi giovani dovete essere i primi a farlo. Dobbiamo dire: ‘I matti e gli scellerati ci saranno sempre ma io non voglio essere tra quelli’. Questo deve essere il vostro grido, cari giovani. Godiamo della vita. Il cuore di Dio è lacerato da queste morti. La spada che ha trafitto il cuore di mamma Roberta e papà Maurizio è arrivata fino al cuore di Dio. Rendiamolo migliore questo mondo, cambiamolo noi. Dio è dalla nostra parte”.

Il parroco, rivolgendosi ai genitori, ha poi continuato: “Il Signore ci conceda la forza di ricominciare: manca un pezzo, ma è con Dio. Mi pare di vederlo Andrea: adesso sta dicendo al Signore: ‘li vedi i miei genitori ed i miei fratelli? Aiutali e proteggili. Sorreggili’. Certo, adesso di fronte ad una bara alziamo le mani, ma sappiate che Dio non può permettere che questa vita finisca qui: il Signore, adesso, ha donato ad Andrea la vita in abbondanza. Eterna. E’ una vita trasformata, perché ora Andrea è completamente e definitivamente immerso nell’amore di Dio, che lo ha accolto a braccia aperte. D’ora in poi Andrea vivrà solo di amore, senza affanni né lutti”.

“Cari giovani, rendiamo questo mondo migliore e Dio ci salverà regalandoci la vita in abbondanza. Dio è dalla nostra parte”. Un applauso lungo e spontaneo ha chiuso l’omelia del parroco. Bella e toccante. Profonda e pronunciata tutta d’un fiato.

Al termine della funzione religiosa, l’uscita del feretro dalla chiesa e un altro applauso. Poi il viaggio verso il cimitero del paese.

“Andrea, adesso, vive in Dio”.

Le offerte raccolte durante la cerimonia saranno devolute all'Associazione vittime della strada.

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