ANNO 14 n° 120
Cinque indagati chiedono il patteggiamento
23/05/2014 - 02:00

VITERBO – Sono stati interrogati ieri mattina dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Viterbo, Franca Marinelli, nove tra i trentadue indagati nell’ambito dell’operazione “Babele”, il maxi blitz condotto da uomini dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza che ha smantellato un sodalizio attivo nel mercato dello spaccio di droga.

Sui nove indagati che ieri hanno sostenuto il confronto con il magistrato, soltanto uno si è avvalso della facoltà di non rispondere. I restanti otto, invece, hanno collaborato. E cinque hanno presentato istanza di patteggiamento. L’ipotesi del Riesame, dunque, si allontana. Perché quelli di Viterbo, scrive il gip Marinelli che ha firmato l’ordinanza, non sono numeri paragonabili ai dati dei grandi quartieri della Capitale. Ma per la realtà viterbese, il numero dei personaggi coinvolti ei quantitativi movimentati sono indubbiamente rilevanti. E la gente, spiega il giudice, che gira per strada e percepisce lo spaccio, ha bisogno di segnali da parte dell’apparato inquirenti contro l’aggressione “al cuore pulsante della città”. Il Sacrario, San Faustino e San Pellegrino, queste le aree del capoluogo che stavano per essere “espugnate” dalle bande di spacciatori.

E le indagini non sono ancora concluse: lo zoom degli investigatori sarebbe puntato, in particolare, tra il Sacrario e San Faustino. C’è inoltre ancora una gran mole di materiale sequestrato da attenzionare.

Oggi, nel frattempo, saranno sottoposti ad interrogatorio altri nove detenuti nel carcere di Mammagialla; mentre domani a mezzogiorno sarà il turno degli indagati ai domiciliari.





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