di Roberto Pomi

VITERBO - Talete, è il giorno delle verità. Alle 10,30 l’assemblea dei soci si riunisce a Palazzo Gentili. Al centro della discussione il bilancio d’esercizio 2014, già approvato a maggioranza nella seduta del consiglio d’amministrazione del 29 luglio scorso.

Tutti i soci: comuni entrati in Talete, Provincia di Viterbo e autorità d’ambito – sono state comunicate le risultanze, da cui emerge un quadro economico negativo di esercizio pari a 4.329.741 euro e un risultato del margine operativo lordo pari a -615.854 euro. La scelta a questo punto è netta: ricapitalizzare o dismettere la società che gestisce nella Tuscia il servizio idrico.

Ma la partita più complicata non è quella di coprire il passivo di 4 milioni e 300mila euro. Piuttosto l’assemblea dei soci dovrà affrontare la questione delle risorse necessarie per il rilancio della società. Occorrono infatti investimenti per migliorare la rete idrica e affrontare la controversa questione dei dearsenificatori. Quest’ultimo aspetto preoccupa e non poco, stiamo infatti parlando di 6 milioni di euro necessari annualmente per la manutenzione ordinaria e il pagamento dell’energia elettrica necessaria per il funzionamento. Per il 2015 se ne è fatta carico la Regione ma sul futuro non c’è certezza e con ogni probabilità toccherà a Talete sobbarcare la spesa. Senza poi contare le spese di sistema che si presenteranno nel giro di qualche anno: rotture, cambio filtri, sostituzioni.

Sullo sfondo anche la situazione dei 150 dipendenti dell’azienda. Dopo l’incontro di oggi sarà possibile capire qualcosa di più sul futuro di Talete.