ANNO 14 n° 117
Morte di Maria Sestina, il fidanzato davanti alla Corte di Cassazione
Oggi l'udienza a carico del 30enne romano accusato di omicidio e omissione di soccorso: si deciderà sulla sua carcerazione

RONCIGLIONE – (b.b.) Andrea Landolfi davanti ai giudici della Suprema Corte di Cassazione. È fissata per oggi l’udienza a Roma a carico del 30enne, accusato dalla Procura di Viterbo di aver ucciso la fidanzata 26enne Maria Sestina Arcuri lanciandola dalle scale dell’appartamento della nonna nella notte tra il 3 e il 4 febbraio 2019. Morta a distanza di poche ore all’ospedale di Belcolle, per la giovane sarebbero state fatali le gravissime lesioni alla testa.

Accusato di omicidio volontario e omissione di soccorso Andrea Landolfi Cudia, difeso dall’avvocato Luca Cococcia, è arrivato fino in Cassazione per opporsi alla decisione del tribunale del Riesame che lo scorso 10 giugno dispose per il 30enne l’immediato arresto, dati gli importanti e numerosi indizi di colpevolezza.

Una decisione arrivata in tarda serata, che risultò totalmente opposta a quella del giudice per le indagini preliminari viterbese che lasciò Landolfi a piede libero.

Oggi l’udienza di fronte alla Suprema Corte: spetterà ai giudici capitolini stabilire se per il 30enne debbano aprirsi le porte del carcere o no.

Il caso di Maria Sestina Arcuri, la giovane donna con il sogno di diventare parrucchiera, subito dopo la sua morte balzò fino alle cronache nazionali, divenendo caso mediatico: secondo la ricostruzione del pm Franco Pacifici, nella notte del 3 febbraio scorso, Landolfi, dopo un’accesa lite in casa, avrebbe sollevato di peso la fidanzata, lanciandola oltre il parapetto delle scale. ''Una caduta dall’alto in accelerazione'', come piega il medico legale nella sua relazione che non avrebbe lasciato scampo alla 26enne. Morta alcune ore dopo, nonostante un disperato intervento chirurgico alla testa.



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