ANNO 14 n° 118
Morte di Maria Sestina Arcuri, in aula la ricostruzione in 3d della sua caduta
''Afferrata per un braccio e spinta contro il parapetto: da lì è caduta''
26/06/2020 - 06:21

RONCIGLIONE - Morte di Maria Sestina Arcuri, ci si affida interamente alla tecnologia e alla scienza per tentare di capire cosa sia avvenuto nella notte tra il 3 e il 4 febbraio del 2019 all'interno dell'appartamento di via Papirio Serangeli a Ronciglione. 

Di fronte ai giudici della Corte d'Assise, ieri mattina, la ricostruzione in 3D della caduta dalle scale del primo piano. Una caduta che non ha lasciato scampo alla giovane parrucchiera di Nocara: la 26enne è morta dopo tre giorni di agonia e un disperato intervento neurologico all'ospedale Belcolle. Alla sbarra con l'accusa di omicidio e omissione di soccorso l'ex fidanzato, il 31enne Andrea Landolfi. 

Andrea avrebbe ''afferrato Maria Sestina per il braccio destro quando erano entrambi sul pianerottolo delle scale, l'ha spinta contro il parapetto e da lì lei è volata di sotto''. E' il colonnello Paolo Fratini del Ris di Roma a ricostruire la dinamica della caduta della ragazza. ''Grazie al laser scanner è stato possibile ricostruire in 3d l'appartamento e capire, unitamente alle lesioni riportate sul corpo della 26enne, quale delle ipotesi sulla sua caduta fosse la più plausibile''. 

Sul corpo di Maria Sestina Arcuri sono state riscontrate tre tipologie lesioni: cranico occipitale, lombo sacrale e un livido da presa sul braccio destra. 

''La ricostruzione fornita da Landolfi che siano cioè caduti insieme per le scale non è compatibile con il quadro delle lesioni riscontrate - ha spiegato il colonnello - è impossibile che i due corpi abbiano rotolato fino al caminetto. Così come è del tutto improbabile l'ipotesi che la ragazza sia caduta dal pianerottolo del piano superiore''. Secondo l'ufficiale del carabinieri in quel caso avrebbe urtato su una cassapanca provoncandosi ferite ben differenti. 

Maria Sestina sarebbe caduta dai primi gradini della seconda rampa di scale, con il parapetto a fare da leva: ''La ragazza però non è caduta a piombo come fa un corpo senza spinta - ha sottolineato il colonnello Fratini - è caduta più in là, come se avesse ricevuta una spinta. Il che giustificherebbe anche la presenza del livido sul braccio''.  

Nella casa della tragedia in via Papirio Serangeli, gli esperti del Ris di Roma sono entrati tre volte. La prima l'11 febbraio del 2019, poi a distanza di nove giorni e infine il terzo accesso il 29 maggio dello stesso anno. 

''I differenti accessi - ha spiegato ieri mattina in aula il maggiore Luca Gasparollo - sono stati necessari per via dell'evoluzione della vicenda. Durante il primo sopralluogo siamo andati alla ricerca di tracce per ricostruire l'evento e le attività si sono concentrate maggiormente nella zona della scalinata e del camino, vicino al quale Maria Sestina avrebbe terminato la caduta''. Al vaglio degli uomini del Ris, anche il piano superiore dell'appartamento. ''Abbiamo trovato tracce di sangue da gocciolamento vicino alla scalinata e al camino, così intorno al divano''. Tracce ematiche sarebbero state poi ritrovate anche nel piccolo bagno al piano terra: ''Sul lavello c'erano tracce da contatto, come se qualcuno si fosse appoggiato con la mano sporca di sangue, mentre sul pavimento c'erano segni di goccolamento e sul lavandino una colatura'' ha proseguito il maggiore, mostrando alla Corte le foto scattate all'interno dell'appartamento. 

''Nè durante il primo, nè durante il secondo accesso - ha specificato - è stato necessario utilizzare reagenti chimici per rintracciare le tracce di sangue: quello che ci è apparso da subito chiaro è che si trattasse di una scena preservata. Nessuno aveva lavato via il sangue dai pavimenti e dai mobili. Eccezion fatta per il piano di sopra dove alcune gocce erano state asciugate, ma comunque rimanevano ben visibili''.

Il 29 maggio 2019, a distanza di quindici settimane dalla morte di Maria Sestina, il terzo sopralluogo dei Ris nella casa di Mirella Iezzi: ''E' stato in quell'occasione che abbiamo utilizzato il laser scanner, uno strumento in nostra dotazione che permette di ricostruire un ambiente, facendo delle misurazioni fedeli alla realtà. Lo scanner ad altissima tecnologia ha un margine d'errore di circa 3 millimetri - ha concluso - grazie al suo sguardo d'insieme in 3D è possibile calcolare altezze e fare misurazioni che con le semplici riprese video o foto non saremmo in grado di compiere''. 





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