ANNO 14 n° 118
''Altri casi di cadute mortali dalle scale: colpa del tipo di costruzioni''
La difesa di Andrea Landolfi, accusato dell'omicidio della fidanzata, chiede una perizia cinetica super partes
07/03/2020 - 06:57

RONCIGLIONE - (b.b.) ''Nella Tuscia ci sono stati altri casi di cadute mortali dalle scale: la colpa è del particolare tipo di costruzione delle abitazioni in questa area geografica''. A dirlo è l'avvocato Giacomo Marini, il difensore di Andrea Landolfi, il 30enne accusato dell'omicidio della fidanzata Maria Sestina Arcuri. 

Secondo il legale, la 26enne originaria di Nocara, precipitata dalle scale dell'appartamento di via Papirio Serangeli a Ronciglione nella notte tra il 3 e il 4 febbraio 2019 e morta dopo alcune ore all'ospedale di Belcolle, sarebbe caduta accidentalmente. Ed è pronto a dimostrarlo, portando in tribunale dei casi simili di cadute che hanno avuto esito mortale. 

Nel novembre del 2012, rispettivamente a Vetralla e Tarquinia, un uomo e una donna morirono a seguito di una caduta dalle scale. Così come una bambina di appena due anni che il 24 aprile dello scorso anno perse la vita in casa a Vetralla o una 40enne che a Vasanello precipitò dalle scale di un appartamento nel centro storico.

''Purtroppo - ha spiegato il legale - eventi terribili di questo genere sono molto frequenti''. Ecco perchè l'avvocato ha chiesto ai giudici della Corte d'Assise che devono giudicare Landolfi per omicidio, omissione di soccorso e lesioni ai danni della nonna 81enne Mirella Iezzi, di disporre una nuova perizia cinetica. 

''Affinchè si faccia chiarezza sull'esatta dinamica di quella caduta''. Intanto nonna Mirella, indagata per falso, abbandono di incapace e omissione di soccorso, nonostante si sia costituita parte civile nel processo, continua a difendere il nipote: ''Lui e Sestina sono caduti insieme. Li ho visti io precipitare insieme per le scale. E’ l’unica verità. Andrea è innocente''.

Oltre alla richiesta di perizia cinetica, la difesa del 30enne ha anche anticipato la volontà di svolgerne una super partes sull'autopsia sul corpo di Maria Sestina. Secondo quanto ricostruito dall'avvocato Marini, l'esame sarebbe stato svolto dopo la donazione di alcuni organi. 

''Ciò fa dell'autopsia un esame incompleto - ha spiegato - la decisione della famiglia è encomiabile, ma gli organi espiantati erano decisivi per stabilire non solo se sia caduta o sia stata lanciata, ma anche, ad esempio, se per assurdo possano esserci state responsabilità da parte di qualche medico''. 

Bisognerà attendere il prossimo 30 marzo per ascoltare i primi testimoni del pm Franco Pacifici. Poi il processo proseguirà a ritmo sostenuto: già fissate le udienze del 31 marzo, del 27 aprile, dell'11 maggio, del 25 e del 29 giugno. 





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