ANNO 14 n° 119
Valentini: 'Inutilizzati
480 immobili pubblici'
''Potrebbero essere trasformati
in ''Città diffusa della cultura''
12/06/2015 - 00:01

VITERBO – Oltre due chilometri quadrati: è pari al territorio un piccolo comune la superfice dei beni pubblici nella Tuscia. Più di un milione sono inutilizzati. E’ quanto emerge da un’indagine condotta sul patrimonio pubblico concentrato nel capoluogo, di proprietà di Palazzo dei Priori, della Provincia e della Regione. Un patrimonio che, ad avviso del consigliere regionale Riccardo Valentini, capogruppo Pd alla Pisana, potrebbe essere trasformato in ''Città diffusa della cultura'', con spazi a disposizione di associazioni, e nuovi servizi per i cittadini.

La proposta è stata avanzata ieri nel corso dell’incontro ''I luoghi della cultura – Per un riutilizzo delle proprietà pubbliche a Viterbo al servizio territorio'', svoltosi ieri pomeriggio al Biancovolta Spazio Arci.

Oltre a Valentini sono Riccardo intervenuti Marco Trulli (Arci Viterbo), Manuel Anselmi (Università di Perugia), Daniele Camilli (giornalista) e Stefano De Angeli (Università della Tuscia). Ha moderato l’incontro Roberta De Vito (giornalista). Presenti all’iniziativa anche gli assessori del Comune di Viterbo, Antonio Delli Iaconi e Giacomo Barelli.

La mappatura, realizzata da Camilli evidenzia come sul territorio del comune di Viterbo siano presenti 484 beni di proprietà pubblica di cui 321 utilizzati e 143 non in uso. Di 20 non si conosce invece la destinazione. Il tutto per un valore catastale di circa 110 milioni di euro e una rendita catastale di 522 milioni.

''L’obiettivo dell’iniziativa – ha spiegato Valentini – è stato quello di elaborare una mappatura degli edifici presenti sul territorio di Viterbo. Beni che, in parte, possono essere messi a disposizione delle associazioni culturali con il fine di creare una rete di spazi condivisi, puntando a una 'Città diffusa della cultura' su tutto il territorio comunale. Una Città – ha concluso – capace di utilizzare gli spazi disponibili affidandoli direttamente alle realtà associative per sviluppare anche processi aggregativi che possano mettere a disposizione dei cittadini nuovi servizi in grado di creare nuovo reddito e nuova occupazione, rispondendo infine alle esigenze e alle richieste dei turisti che visitano Viterbo''.

Nei mesi scorsi, tra l’altro, era stato ipotizzato da più parti di destinare i beni pubblici di Viterbo, anche quelli di proprietà del demanio militare, per allestirvi la sede di importanti servizi pubblici, come ad esempio l’Archivio di Stato e la Biblioteca Anselmo Anselmi, che pagano da anni circa mezzo milione di euro di affitti l’anno per locali non sempre idonei. 





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