ANNO 14 n° 119
Ex Ospedale Grande, un rudere che costa 860mila € l'anno
Lo stato di degrado dell'ex Ospedale Grande negli scatti di Lietta Granato
23/10/2013 - 01:18

VITERBO - Finestre sfondate, mura cadenti e a tratti coperte di muffa, cancellate, catene e lucchetti in tutti i punti d'accesso, erbacce che stanno conquistando ogni spazio esterno, gronde penzolanti, tegole sconnesse, infiltrazioni d'acqua dappertutto. Ecco come è ridotto l'ex Ospedale Grande degli Infermi. Un edificio enorme che vale ogni giorno di meno e che, tuttavia, costa alla Asl 860mila euro l'anno di riscatto della cosiddetta cartolarizzazione, una sorta di ipoteca bancaria, che dal 2004 grava sulle casse dell'azienda sanitaria. Una gabella insopportabile che dovrà essere pagata fino al 2024.

Complessivamente, la cartolarizzazione decisa dall'allora governatore del Lazio Francesco Storace, costerà 17 milioni e 200mila euro. In pratica, la Asl per tornare nel pieno possesso di un immobile già di sua proprietà, dovrà versare alle banche che hanno garantito il prestito alla Regione lo stesso importo cui fu valutato l'edificio: centesimo più, centesimo meno, 18 milioni di euro. Un vero e proprio affare che solo delle menti perverse avrebbero potuto architettare.

Nel frattempo, il valore reale dell'ex Ospedale Grande degli Infermi è notevolmente scemato: nel 2005, infatti, l'allora ex direttore generale della Asl, Giuseppe Aloisio, con un’improvvida iniziativa, sulla cui legalità furono sollevati un’infinità di dubbi, fece dichiarare inagibile l'immobile per non meglio specificati problemi strutturali. Un autogol senza precedenti che, di fatto, fece crollare, questo sì, il valore del complesso.

Negli anni, inoltre, come dimostrano gli scatti della fotografa Lietta Granato (FOTOGALLERY), l'ex Ospedale Grande è caduto preda di un progressivo e inarrestabile degrado che, di giorno in giorno, sta corrodendo il suo valore. Insomma, la Asl, nel 2024 avrà sborsato oltre 17 milioni di euro per rientrare in possesso di un edificio che varrebbe un terzo o poco più. Roba da trattamento sanitario obbligatorio.

Che la situazione sia diventata insostenibile sotto tutti i punti di vista, lo dimostra anche la recente presa di posizione del commissario straordinario della Asl Luigi Macchitella che, in fase di discussione dell'atto aziendale, dichiarò, a ragione, che sarebbe stato meglio smettere di pagare la rata annuale della cartolarizzazione e consegnare definitivamente l'ex ospedale alle banche.

In attesa che qualcuno faccia piena luce sulla controversa inagibilità del Grande degli Infermi, va detto che l'ex direttore Generale della Asl Adolfo Pipino, rimosso dalla governatrice Renata Polverini con il pretesto che aveva ricevuto un avviso di garanzia per aver aperto a Viterbo un Centro diabelogico all'avanguardia, togliendo il business ai privati che lo gestivano, aveva iniziato a riutilizzare, almeno in parte l'ex ospedale. L'ala che si affaccia sul piazza San Lorenzo, infatti, ospita una casa famiglia per malati psichiatrici. Un alternativa al ricovero che, vieppiù, si occupa del loro reinserimento sociale.

Prima di essere rimosso, lo stesso Pipino aveva in animo di verificare se altre parti dell'ex ospedale potessero essere riutilizzate. Ma venne fermato. Una singolare coincidenza. O no.





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