ANNO 14 n° 118
Palazzo Calabresi, in malora 2 milioni
L'immobile, ''espropriato'' ai viterbesi dalla Regione, è inutilizzato da decenni
20/09/2013 - 04:00

VITERBO - Stando a una stima eseguita dall'Agenzia del Territorio, il suo valore nel 2007 era di 2 milioni e 99mila euro. Secondo l'elenco dei beni immobiliari da reddito stilato dalla società Risorsa Srl per conto della Comunione delle Asl del Lazio, è composto da 25 vani, alcuni dei quali di grande dimensione, più due edifici annessi, uno dei quali è un palazzetto cielo-terra. Eppure, palazzo Calabresi, uno dei più sontuosi della città, di proprietà della Asl, è lì, in totale stato di abbandono, con alcune parti evidentemente pericolanti. Un altro scandalo che si aggiunge a quelli dell'ex Ospedale Grande degli Infermi, dichiarato proditoriamente inagibile nel 2005 e da allora lasciato al degrado (valore stimato 18-20 milioni di euro) e del bosco ceduo di circa 400 ettari vicino all’ospedale di Belcolle che sta morendo per incuria (valore stimato oltre 6 milioni di euro).

L'ingresso di Palazzo Calabresi si trova in via dei Magazzini, la prima traversa a sinistra di via Roma per chi arriva da piazza del Plebiscito. Ha un affaccio meraviglioso sulla stessa via Roma, costituito dalla parte medievale dell'edificio, con uno spettacolare loggiato. Il corpo originario dell'immobile era grandissimo, tanto che aveva un'altro ingresso su via Calabresi, dalla facciata affrescata, restaurata nel 1999.

La sua proprietà è stata a lungo al centro di una querelle tra il Comune e la Regione. Il municipio, pur di avere palazzo Calabresi per sé - l'idea era di adibirlo a uffici comunali, ma furono avanzate anche altre ipotesi, come quella di trasformarlo in palazzo della cultura, con annessa biblioteca e sala d'esposizione per arti figurative - propose la permuta con un altro immobile di sua proprietà, ma non se ne fece nulla.

Alla fine degli anni Ottanta, prima di ''perderlo'', l'amministrazione comunale ottenne dalla stessa Regione un contributo di oltre 100 milioni di vecchie lire per rifare completamente il tetto che minacciava in più punti di crollare. In precedenza, però, l'interno del palazzo era stato saccheggiato: spariti camini, imbotti in pietra e quant'altro poteva essere rubato.

Con la legge finanziaria regionale del 2002, il palazzo finì, come tutti i beni non ospedalieri della Asl, nelle grinfie di una società appositamente costituita dalla Regione Lazio: la Gepra. Vi rimase fino al 2007, quando la Gepra medesima fini sotto inchiesta per la più grande svendita di beni pubblici posseduti dalle aziende sanitarie del Lazio. In particolare furono svenduti 950 immobili della Asl Rm A nel centro di Roma, area del tridente tra piazza di Spagna e piazza del Popolo. In tutto 100mila metri quadrati ceduti ad un prezzo ridicolo, poco più di 200 milioni di euro, 2 mila euro a metro quadro in media, a fronte di un valore di mercato più che doppio, forse triplo. Della gigantesca operazione furono protagosti l’imprenditore Romeo, la sezione immobiliare della Banca Nazionale del Lavoro e, appunto, la Gepra che avrebbe avuto un’appendice in Irlanda, paese con un regime fiscale favorevole.

Dopodichè, Palazzo Calabresi e tutto il resto sono finiti sotto la gestione, o meglio la non gestione diretta della Regione. Praticamente è rimasto abbandonato a se stesso, come del resto lo era anche in precedenza. Ora, lo stesso tetto, rifatto un quarto di secolo fa, dà i primi segni di cedimento. E nessuno sa in che condizioni sia l’intero immobile.





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