ANNO 14 n° 120
Una scia di sangue porta all'omicida
A dare l'allarme un amico di Federico Venzi, che ha fermato un'auto di passaggio
29/09/2015 - 00:01

VITERBO - Tracce di sangue sull'asfalto, una scia che da via Aldo Moro, dove è stato trovato il corpo di Federico Venzi, l'uomo di 43 anni ucciso la scorsa notte, fino al quartiere dove vive Sabato Louis Francesco Battaglia, il ragazzo ventiduenne che alle 4.45 del mattino lo ha picchiato a morte.

Ad aiutare i carabinieri a stringere il cerchio sull'aggressore sono state le ferite sulle mani del ragazzo, che hanno portato gli agenti fino a via Garbini, intorno all'Unieuro. Lì i militari sono riusciti a risalire all'abitazione del responsabile, trovandosi di fronte però un clima di omertà da parte di parenti e conoscenti che cercavano di nascondere l'accaduto.

Grazie alle testimonianze ottenute nei minuti successivi all'intervento, però, i carabinieri sono comunque riusciti a risalire alla sua identità: al momento di aprire la porta, Battaglia teneva le mani ben infilate all'interno dei pantaloni, per non mostrare le profonde ferite sul dorso.

Il giovane, al momento disoccupato, svolgeva lavori saltuari di tanto in tanto e di recente era finito ai domiciliari per lesioni. Secondo le ricostruzioni, quella notte stava rincasando a piedi insieme alla ragazza, una studentessa universiaria sua coetanea di Vetralla ora indagata per favoreggiamento.

Vicino alla rotatoria di fronte all'Ipercoop di Viterbo l'incontro con Venzi, originario di Roma ma residente a Caprarola, e con un suo amico di origini marocchine. I due erano in stato di alterazione alcolica, reduci da una serata in un circolo privato vicino alla caserma dei carabinieri in via De Lellis.

La vittima avrebbe pronunciato qualche parola di troppo nei confronti della coppia, un'aggressione verbale dalla quale è scaturita prima in una lite, poi l'aggressione da parte del ventenne che ha colpito Venzi con dei violenti pugni, spaccandogli i denti.

Una volta che i due ragazzi si sono allontanati a piedi, seguiti da una scia di sangue che colava dalle mani di Battaglia, l'amico della vittima ha cercato di prestare soccorso e si è messo in mezzo alla strada cercando di fermare qualche auto di passaggio per dare l'allarme.

In quel momento sopraggiungeva una vettura con a bordo alcuni conoscenti del grave incidente avvenuto poco prima sulla Tuscanese, uno scontro auto-moto costato la vita a tre persone, che si stava dirigendo verso Belcolle. Il marocchino li ha bloccati e, conoscendo poco l'italiano, li ha messi in contatto con il 112 per spiegare quanto era avvenuto.

Venzi, che all'arrivo dei soccorsi era ancora vivo, è stato trasportato d'urgenza all'ospedale, dove è deceduto nella mattinata di domenica. Battaglia non ha negato l'accaduto, sostenendo però di essere stato aggredito da Venzi e di aver reagito. 

Al momento il ragazzo si trova in carcere a Mammagialla, in attesa dei provvedimenti dell'autorità giudiziaria. Tra oggi e domani si svolgerà l'interrogatorio di garanzia del giovane, mentre non è ancora stata fissata la data dell'autopsia sul corpo della vittima.





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