ANNO 14 n° 120
Nuovo avvocato per Sabato Battaglia
Difesa affidata alla nota penalista Maria Teresa Napolitano
04/11/2015 - 02:00

VITERBO – Sabato Francesco Louis Battaglia ha un nuovo legale. Si tratta di Maria Teresa Napolitano, del foro di Roma, che prende il posto dell'avvocato Vito Castronuovo. Un passaggio avvenuto molto probabilmente a cavallo del rigetto da parte del tribunale del Riesame di Roma della richiesta, da parte dell'ex difensore di Battaglia, di trasferire il suo assistito agli arresti dociliari. Un verdetto arrivato dopo una serie di rinvii e una lunga camera di consiglio: Battaglia resta in custodia cautelare in una struttura al momento top secret.

La palla, dunque, passa ora nella mani dell'avvocato Napolitano, penalista di spicco, anche con clienti importanti. E con un aneddoto curioso, citato da Dagospia: nel maggio scorso nella sua casa romana, sbucò niente meno che Roberto De Niro, la star di Hollywood. ''Anche se De Niro non conosceva direttamente la padrona di casa - raccontò il popolare sito - ma solo tramite amici comuni, non si è fatto scrupoli: ha citofonato al portone, lasciando di stucco il figlio della Napolitano''. 

Ora l'avvocato dovrà gestire il caso del 22enne viterbese, arrestato lo scorso 21 settembre con l'accusa di omicidio volontario per la morte al Riello di Federico Venzi.

È l’alba di domenica 27 settembre. Battaglia, 22 anni, e la sua fidanzata Lorella Colman, poi accusata di favoreggiamento e omissione di soccorso insieme ad altri due amici del ragazzo, incrociano nei pressi della rotonda dell’Ipercoop, al Riello, Venzi, insieme a un amico di origine marocchina. Tra i due nasce una lite violenta che sfocia poi con la morte del 43enne, avvenuta un paio d'ore dopo, all'ospedale di Belcolle. Le tracce di sangue portano i carabinieri direttamente a casa di Battaglia. Lì, ancora sporco di sangue, viene prelevato e portato in caserma. Di fronte ai militari e poi al gip, dichiara di aver sì picchiato Venzi ma non con l’intenzione di ucciderlo: per legittima difesa. Venzi, evidentemente ubriaco, a detta del 22enne, aveva pesantemente molestato la sua fidanzata.

Ma la versione di quest’ultima è diversa. La Coleman, nel ripercorrere i momenti di quella sera, ha dichiarato che la vittima e l’amico si erano avvicinati a loro dopo averla vista in terra, con Battaglia chino sopra di lei, pensando a un’aggressione e chiedendo loro se serviva aiuto. A quel punto, poi, la coppia avrebbe iniziato ad allontanarsi, sempre a piedi. Dopo aver notato però che la vittima e l’amico li stavano seguendo, allora Battaglia avrebbe reagito a suon di pugni uccidendo il 43enne romano.

I primi risultati dell’autopsia, eseguita dal medico legale Maria Rosaria Aromatario, avrebbero confermato la morte del 43enne per le lesioni cerebrali causate dai pugni e dai calci ricevuti, anche mentre era disteso a terra, pressoché esanime. Da qui l’accusa di omicidio volontario e, al termine dell’interrogatorio di garanzia, la conferma del carcere. La difesa di Battaglia aveva chiesto la sostituzione del carcere con gli arresti domiciliari, richiesta che prima il gip Pepe, poi i giudici capitolini, hanno rigettato.





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