ANNO 14 n° 120
Omicidio Venzi, Battaglia davanti al Riesame
29/10/2015 - 02:01

VITERBO – L’udienza era stata rinviata per via di alcuni documenti mancanti, tra cui i verbali dell’interrogatorio, e quindi si discuterà stamani di fronte ai giudici del Riesame il ricorso presentato dalla difesa di Sabato Louis Francesco Battaglia, il 22enne, figlio del killer della camorra Martino Galasso, arrestato con l’accusa di omicidio volontario per aver causato la morte di Federico Venzi, 43 anni, romano, residente a Caprarola, durante una lite. La difesa, rappresentata dall’avvocato del foro di Roma Vito Castronuovo, che ha impugnato l’ordinanza del gip Stefano Pepe con cui era stato convalidato l’arresto e la conferma del carcere, punta a ottenere gli arresti domiciliari.

Battaglia intanto è stato da poco trasferito dal carcere di Mammagialla, dove era rinchiuso in cella di isolamento dal giorno dell’omicidio, in un’altra struttura top secret. Forse per motivi di sicurezza dal momento che il ragazzo è il figlio di un boss della camorra, il provvedimento è scattato lo scorso finesettimana quando sono scaduti cioè i termini per l’isolamento.

I fatti risalgono all’alba di domenica 27 settembre. Battaglia e la sua fidanzata Lorella Colman incrociano nei pressi della rotonda dell’Ipercoop, al Riello, Venzi, insieme a un amico di origine marocchina. Segue una discussione a più riprese che sfocia poi nella morte del 43enne, avvenuta dopo un paio d'ore all'ospedale di Belcolle. Battaglia ha ribadito al gip quanto aveva già dichiarato subito dopo il fermo eseguito dai carabinieri della compagnia di Viterbo, ovvero di aver picchiato brutalmente Venzi poiché, visibilmente ubriaco, aveva pesantemente molestato la sua fidanzata. Ma ha anche ribadito che non era sua intenzione uccidere l’uomo.

Una versione dei fatti, questa, che mal si concilia con lo stato in cui è stato trovato Venzi dai soccorritori: aveva il volto maciullato da pugni e da calci, probabilmente sferrati mentre era già a terra. E mal si concilia anche con quella fornita dalla sua fidanzata, Lorella Coleman, agli inquirenti. La ragazza, indagata poi per favoreggiamento insieme ad altri due amici di Battaglia e per omissione di soccorso è stata ascoltata ancora una volta in Procura l’altro ieri. Ha raccontato che Venzi e l’amico si sarebbero avvicinati a loro dopo averla vista in terra con il ragazzo sopra di lei. I due, allora, totalmente ubriachi, si sarebbero avvicinati alla coppia pensando forse a un’aggressione e chiedendo loro se serviva aiuto. A quel punto, poi, la coppia avrebbe iniziato ad allontanarsi, sempre a piedi. Dopo aver notato però che la vittima e l’amico li stavano seguendo, allora Battaglia avrebbe reagito a suon di pugni.

Nessun insulto, quindi, tantomeno tentativi di approccio nei suoi confronti da parte del 43enne che, come hanno confermato i primi risultati dell’esame autoptico eseguito dal medico legale Maria Rosaria Aromatario, sarebbe morto per le lesioni cerebrali causate dai pugni e dai calci ricevuti anche mentre era disteso a terra, pressoché esanime. Da qui l’accusa di omicidio volontario e, al termine dell’interrogatorio di garanzia, la conferma del carcere.

Ora si attende il risultato dell’autopsia che potrebbe essere decisivo. Se infatti non confermasse la morte per ripetute percosse ma per la caduta in terra allora il capo d’imputazione potrebbe essere alleggerito in omicidio preterintenzionale. Intanto i giudici del Riesame si pronunceranno sul ricorso presentato dalla difesa di Battaglia per ottenere la sostituzione del carcere con gli arresti domiciliari, richiesta che il gip Pepe aveva rigettato.





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