ANNO 14 n° 119
SANITA' - Scontro Macchitella-Equitani, ma l'atto aziendale va
03/10/2013 - 02:10

VITERBO - Diceva Indro Montanelli: ''In Italia può succedere di tutto. Anche niente''. Una sorte, quella vaticinata dal ''maestro'', alla quale non sfugge la sanità viterbese, come in quella del resto del Lazio: potrebbe cambiare tutto o assolutamente nulla. Il governatore Nicola Zingaretti, in veste di sub commissario alla sanità, ha infatti stoppato sine die gli atti aziendali che avrebbero dovuto ''tassativamente'' essere consegnati entro sabato prossimo. Una decisione motivata con la necessità di correggere le molte storture contenute nel famigerato decreto 80 del settembre 2010, a firma di Renata Polverini. In primo luogo va rivista la distribuzione dei posti letto, totalmente sbilanciata a favore di Roma a discapito delle province. Il che significa la cancellazione delle cosiddette macro aeree, che hanno finito per assegnare 3,9 posti letto ogni 1000 abitanti alla capitale e 2,1 a Viterbo, mentre la legge stabilisce che il rapporto deve essere di 3 a 1000.

Tuttavia, ieri pomeriggio, il commissario Asl Luigi Macchitella, è tornato davanti al comitato dei sindaci per chiudere l’iter di presentazione dell’atto aziendale. Anche perché, a parere dello stesso Macchitella, una parte non trascurabile del documento può essere applicata a prescindere dal varo dell’atto aziendale.

I sindaci, al termine di una discussione, durante la quale non è mancato un duro scontro verbale tra il commissario Asl e Paolo Equitani, rappresentante del comune di Bolsena nonché assessore all’ambiente e vice presidente della Provincia, hanno approvato il documento stilato dal comitato ristretto che, pur emendandolo in alcuni punti, sostanzialmente dà il via libera all’atto aziendale. I voti a favore sono stati 20, i contrari 4 (Bolsena, Ischia di Castro, Latera e Tuscania), gli astenuti 1 (Vetralla). Considerato che i voti dei sindaci hanno un ''peso'' commisurato al numero degli abitanti dei rispettivi comuni, i sì rappresentano quasi il 90% del totale. Il parere della conferenza è solo consultivo.

Poco prima del voto, Equitani ha sostenuto che l’atto aziendale lascia un vuoto d’assistenza all’area nord della provincia, causato in primo luogo dalla chiusura dell’ospedale di Acquapendente. Vieppiù, replicando a Macchitella, che aveva osservato come in quel nosocomio si effettuassero un numero irrisorio di interventi e di ricoveri, Equitani ha affermato: ''L’ospedale di Acquapendente è stato chiuso scientificamente mandando dei medici totalmente incapaci''. Il commissario Asl gli ha risposto per le rime: ''Non prenda in giro i suoi cittadini. Non venga qui a fare demagogia. L’ospedale ad Acquapendente non ha senso perché non ha un bacino d’utenza sufficiente e perché la gente, come dimostrano i dati, preferisce farsi curare in strutture più attrezzate''.

Infine il voto per appello nominale. L’atto aziendale ha ricevuto il placet dei sindaci. Chissà quando otterrà quello della Regione Lazio?





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