ANNO 14 n° 119
Malerba (Cisl): ''Atto aziendale, diagnosi ok, cura da rivedere''
27/09/2013 - 02:00

VITERBO - ''L'atto aziendale traccia una diagnosi perfetta della situazione dell'azienda sanitaria. La cura che prescrive e la posologia, però, suscitano qualche perplessità e, probabilmente, alcuni punti sono da rivedere''. Questo, in sintesi, il giudizio di Mario Malerba, segretario provinciale della Cisl-Sanità sul documento stililato dal commissario della Ausl Luigi Macchitella e dai suoi collaboratori, illustrato ieri mattina alle forze sindacali.

Quali sono i ''pregi'' che riconosce all'atto aziendale? 

''E' sicuramente frutto di uno studio complesso, puntiglioso, dettagliatissimo che, probabilmente per la prima volta, fa luce sulla reale situazione della Ausl. Ne è scaturita una diagnosi incontestabile: la sanità viterbese è malata. E ha bisogno di una terapia d'urto per superare i problemi che l'affliggono. Ora che la diagnosi è stata stilata, è però indispensabile passare decisamente alla cura''.

Tutto qui?

''No, ci sono altre buone indicazioni: la creazione dei macro-dipartimenti, l'istituzione delle 'reti' e dei 'percorsi', che prederanno in carico il paziente e lo accompagneranno lungo tutto il percorso diagnostico e terapeutico; la volontà di Machittella di completare l'ospedale di Belcolle e di attivare il nuovo blocco operatorio. Buona anche l'intenzione di risolvere una volta per tutte il problema dell'ex Ospedale Grande degli Infermi, che costa alla Asl 840mila euro l'anno di ammortamento della cartolarizzaizione mentre continua a degradarsi''.

E quali sono i malanni più grave della Ausl?

''Uno dei più gravi è senz’altro la mobilità passiva, ossia l'altissimo numero dei viterbesi che si recano in altre province o in altre regioni per farsi curare. La migrazione dei pazienti costa qualcosa come 129 milioni di euro l’anno. Una cifra esorbitante. Il dato, se scorporato, è ancora più allarmante: solo 8 dei 129 milioni, infatti, sono dovuto alle prestazioni di alta o altissima specializzazione che Viterbo non è in grado di fornire; altri 20 milioni circa sono dovuti alle prestazioni ambulatoriali e i restanti 100 alle prestazioni ospedaliere ordinarie. C'è poi la cronica carenza di personale medico e paramedico che, se risolto, potrebbe contribuire notevolmente a sanare un altro grave problema: le liste d'attesa. Inoltre è da ricostruire con pazienza e sapienza la fiducia dei cittadini verso il sistema sanitario che, evidentemente, non soddisfa appieno le aspettative degli utenti''.

Come si argina la migrazione sanitaria, un esercizio cui si sono applicati senza troppo successo tutti i direttori sanitari della Ausl?

''Il fatto che la stragrande maggioranza della spesa è dovuto alle prestazione ambulatoriali e ai ricoveri ordinari dimostra come i cittadini non chiedono la luna nel pozzo, ma cose possibili: più servizi territoriali, meno liste d'attesa, più day hospital e day surgery, perché nessuno ama stare più dello stretto necessario in ospedale. Va inoltre migliorato l'aspetto alberghiero e deve più ripetersi ciò che è avvenuto nel recente passato con i pasti assolutamente immangiabili forniti ai ricoverati di tutti gli ospedali. Ma soprattutto va completato e potenziato il polo ospedaliero di Belcolle''.

Passiamo ai punti che lei giudica deboli?

''Premesso che l'atto aziendale va approfondito per valutate appieno tutti gli effetti che potrebbe avere sia sull'assistenza sanitaria che sul personale, ho molte perplessità che si possa procedere alla sostituzione dei 5 distretti con 3 aree sanitarie. Prima di attuare questo punto dell'atto, al fine di evitare di creare confusione negli utenti e problemi con i responsabili, occorre creare una 'cultura' adeguata, che aiuti a superare il modello attuale. Quindi, ritengo che sia un provvedimento attuabile solo a medio-lungo termine''.

Eventuali aggiustamenti a parte, quali potrebbero essere i tempi d'attuazione dell'atto aziendale?

''Paradossalmente l'ostacolo più impegnativo da saltare potrebbe essere proprio l'attuazione. Alla Regione già si parla di una nuova proroga sull'adozione. Non vorrei che rimanesse in un qualche cassetto, come è già caduto con l’atto aziendale elaborato dall'ex direttore generale Adolfo Pipino che, in realtà, non è stato mai reso operativo''.

Tanto rumore per nulla, quindi?

''Speriamo di no. Al di là di ciò che farà la Regione, ci sono provvedimenti che il commissario o il direttore generale, chiunque sia, potrebbe comunque realizzare. E credo che Macchitella sia intenzionato ad usare tutti i margini di manovra a sua disposizione senza esitazioni''.

Se glielo lasceranno fare.

 ''Già, se glielo lasceranno fare''.





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