ANNO 14 n° 119
''L'č tutto sbagliato, l'č tutto da rifare''
Il commissario dell'Ausl Macchitella rade al suolo l'intero sistema sanitario locale
28/09/2013 - 02:58

VITERBO - ''L'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare'': il commissario della Asl Luigi Macchitella emula Gino Bartali e rade completamente al suolo il sistema sanitario locale, definito ''vecchio, inefficiente,inadeguato e troppo costoso”. Un’analisi che egli stesso ha definito “impietosa”.

Non solo produce 129 milioni di euro l’anno di mobilità passiva, dovuta al fatto che migliaia di Viterbesi si fanno curare in altre province e, in parte, in altre regioni (nel 2012 le prestazioni “extraterritoriali” sono state circa 800mila); non solo ha perso per strada 115 posti letto, quasi tutti nell’ospedale di Belcolle; non solo si trova sul groppone l’ex Ospedale Grande degli Infermi che, pur essendo chiuso dal 2005, ogni anno assorbe 840mila euro per il riscatto della cartolorizzazione, mentre l’Ausl spende oltre 2,6 milioni di euro per l’affitto dei locali; non solo a 40 anni di distanza dalla posa della prima pietra, oltre un quarto di Belcolle è ancora da completare. Il fatto più drammatico, che fa dire a Macchitella che l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare, è che il sistema, nel suo complesso, è ingrippato, non girà o gira a stento. E a pagarne le conseguenze sono in primo luogo i cittadini.

I cahiers de doléances snocciolati da Macchitella e dalle sue più strette collaboratrici, la direttrice amministrativa Daniela Tonetti e la direttrice sanitaria Patrizia Chierchini, hanno fatto emergere un quadro drammatico: “Troppo personale amministrativo, il 10% del totale – hanno detto -, mal distribuito e non integrato con quello sanitario. Il sistema informatico è obsoleto e a compartimenti stagni”. E siamo solo all’inizio: “I reparti, in cui ancora sono organizzati gli ospedali del territorio, appartengono a una concezione vecchia, superata, inadeguata. Assorbono troppo personale medico e infermieristico e non sono più in grado di garantire prestazioni sanitarie adeguate. Ne va meglio l’emergenza, anzi. Il servizio non garantisce i tempi d’intervento fissati dai protocolli, in primo luogo a Civita Castellana. Il risultato è che vengono scaricati al pronto soccorso di Belcolle migliaia di codici bianchi che ingolfano tutto e spazientiscono i pazienti causando tempi d’attesa estenuanti.

Per quanto riguarda la rete ospedaliera, il commissario della Ausl ha evidenziato che ci sono ancora reparti di soli 4, 8, 12, 14 posti letto che assorbono un numero esorbitante paramedici infermieri. “Un reparto di 14 posti letto – ha sottolineato – assorbe 10 paramedici , quasi uno per ogni degente. Un lusso che non ci possiamo più permettere”. Ad avviso di Macchitella il futuro sta nei distretti, cioè nell’accorpare i reparti per specialità affini. “I medici – ha scandito – dovranno abituarsi ad uscire dal loro orticello, adeguarsi alle nuove esigenze, che richiedono grandi numeri. Questo ci permetterà di ottimizzare anche l’impiego degli infermieri, quindi di eliminare lo spreco di personale e di risorse che l’attuale sistema comporta”.

Se Belcolle piange, gli altri ospedali hanno ben poco da ridere, anzi. L’Andosilla di Civita Castellana detiene la maglia nera in molti dei parametri di valutazione; Tarquinia, a parte qualche luce, è sotto un cono d’ombre che vanno da grigio al nero cupo; Montefiascone (che è di fatto una propaggine di Belcolle) non se la passa meglio. Roba da mani nei capelli, insomma.

E che dire dei 5 distretti sanitari? Per i commissario della Asl rappresentano l’ennesimo gap della sanità viterbese. Lo dimostra il fatto che circa 20 milioni di euro di mobilità passiva sono costituiti dal prestazioni ambulatoriali. “Vanno radicalmente riformati – ha proposto – e trasformati in 3 aree. Ciò non significa che verranno ridotti i servizi sul territorio che, al contrario, saranno potenziati. Ma verrà ridisegnata la fila di comando, con meno dirigenti. Nei territori – ha precisato – potrebbero essere dislocato anche il personale infermieristico risparmiato con l’istituzione dei dipartimenti ospedalieri”.

“L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare” diceva Gino Bartali. E intanto vinceva. “L’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare” gli fa eco Macchitella. Non resta che auspicare che anche il commissario dell’Ausl riesca a vincere, almeno le tappe più importanti.





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