ANNO 14 n° 119
Sanitā - Macchitella: ''Via all'atto aziendale, partiamo dall'emergenza''
03/10/2013 - 02:30

VITERBO – (b.m.) ''Una parte considerevole dell’atto aziendale, soprattutto quella che non è direttamente subordinata alle modifiche che verranno apportante dalla Regione al Decreto 80 del 2010, potrà comunque essere attuata. Ed è quello che intendo fare''. Così il commissario Asl Luigi Macchitella a margine della conferenza dei sindaci tenuta ieri pomeriggio nella sala consiliare di Palazzo dei Priori.

Qual è il primo punto dell’atto che intende applicare?

''Partiremo dall’emergenza. L’attuale sistema, per quanto sulla carta possa apparire distribuito in modo razionale sul territorio, non funziona. Civita Castellana e Acquapendente, ad esempio, non garantiscono tempi d’intervento adeguati. Inoltre, come abbiamo spiegato in occasione della presentazione dell’atto aziendale, una serie di distorsioni scaricano sul pronto soccorso dell’ospedale di Belcolle un numero spropositato di pazienti con codice bianco, che potrebbero essere adeguatamente assistiti dai medici di base. Il ricorso abnorme al pronto soccorso, inevitabilmente, comporta tempi di attesa lunghissimi e malumore tra i pazienti''.

E i dipartimenti con i quali l’atto prevede per superare gli attuali reparti che, come ha spiegato lei, sono spesso ''scatole vuote'' e assorbono inutilmente personale, che fine faranno?

''E’ un altro provvedimento che rientra nell’autonomia aziendale e che potrà quindi essere applicato. Anche se in questo caso i tempi saranno necessariamente più lunghi. Dobbiamo far passare tra i medici una nuova cultura ospedaliera, che faccia superare loro il concetto di 'proprietà' che hanno attualmente sui posti letto dei propri reparti. Ci vorrà pazienza, dovremo affrontare resistenze, ma non abbiamo alternative''.

Che tempi prevede per l’attuazione della  ''riforma'' degli ospedali?

''Non faccio nessuna previsione. Non so nemmeno quanto tempo resterò a Viterbo. Posso però dire che inizieremo subito a creare i presupposti per realizzare quanto indicato in proposito l’atto aziendale''.

Cos’altro si salva dallo stop della Regione agli atti aziendali?

''Tutti i provvedimenti finalizzati a migliorare l’offerta dei servizi e delle prestazioni. Un passaggio fondamentale per arginare la migrazione sanitaria che costa circa 130 milioni di euro l’anno. L’atto è applicabile anche per quanto riguarda l’assistenza territoriale, che va potenziata ed estesa''.

E la ''riforma'' dei distretti che fine farà?

''Attualmente resteranno quanti sono, cioè 5. Ma ritengo la loro trasformazione in  aree territoriali sia inevitabile per mettere le esigenze degli utenti al centro del servizio sanitario. Come ho già avuto modo di dire, non si tratta di diminuire i servizi sul territorio, ma di snellire la catena di comando, risparmiare risorse e, quindi, garantire prestazioni adeguate ai cittadini. Anche questo è un modo per ridurre la mobilità passiva verso strutture sanitarie extra provinciali o extra regionali che, come dimostrano i dati, riguarda soprattutto l’ordinario e non l’alta specializzazione''.

Quanto pesa il completamento di Belcolle sull’attuazione dell’atto aziendale?

''E’ essenziale. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare il via libera della Regione ai lavori nel blocco A3. Nel giro di un anno e mezzo dovranno essere conclusi, sebbene con qualche decennio di ritardo. Avremo così a disposizione gli spazi necessari per razionalizzare la distribuzione delle varie aree specialistiche e di recuperare i 115 posti letto che mancano all’appello. Anche se su quest’ultimo aspetto dovremo aspettare di conoscere le modifiche che verranno apportate al Decreto 80 del 2010, che riguarda soprattutto la distribuzione dei posti letto. Se, come penso, saranno abolite le macro aree, avremo molte possibilità in più di riattivarli''.





Facebook Twitter Rss