ANNO 14 n° 118
Operazione Red Zoll
Il consulente della
vecchia Viterbese
tra i quattro arrestati
04/07/2014 - 00:00

VITERBO – (An. Ar.) Bruno e Luca Giordani, padre e figlio consulenti commercialisti in Roma, finiti agli arresti domiciliari nell’operazione Red Zoll, conclusa ieri a Viterbo dalla Polizia stradale. Che ha portato in carcere anche gli imprenditori viterbesi Elio e Catia Marchetti.

Già, ma Luca Giordani non è lo stesso “consulente fiscale” che lo scorso anno ha affiancato la As Viterbese calcio (la società di serie D che non si è iscritta al campionato nella scorsa estate e che non ha nulla a che vedere, per fortuna, con l’attuale società Viterbese-Castrense)? Sembra proprio di sì.

La figura professionale entrata in scena nel corso della stagione 2013-14, contestualmente alle dimissioni del presidente Carlo Graziani. Fu lui a traghettare il club fino alla fine stagione, almeno per quel che riguarda l’aspetto economico e finanziario. Era con lui che dovevano trattare i dirigenti e i giocatori, spesso in pellegrinaggio nei suoi uffici di via Taranto.

Il 23 marzo, per esempio, viene chiamato in causa dal procuratore Leopoldo Ciprianetti, che in una conferenza stampa raccontò dei problemi incontrati per riscuotere gli stipendi arretrati del suo assistito, Vegnaduzzo, nonostante i ripetuti viaggi a Roma “dal consulente Giordani”. Ancora, il 28 maggio, è l’allora sindaco Giulio Marini a mobilitarsi per salvare la società. E lo racconta in un comunicato stampa. Eccone uno stralcio: “Come primo cittadino di Viterbo, ancor prima che come tifoso, ho ritenuto opportuno convocare quel che resta della società gialloblù per capire come stanno realmente le cose. All’incontro si è presentato il commercialista Giordani, che mi ha mostrato i conti del club, facendomi un quadro chiaro della situazione debitoria generale, che reputo grave ma non insanabile”. Dopo aver visto Giordani, il sindaco ha anche incontrato questa mattina il ds della Viterbese, Maurizio Manfra, l’allenatore, Massimiliano Farris, il suo vice, Patrizio Fimiani, e una delegazione di giocatori, per metterli al corrente sull’esito del colloquio con Giordani”.

L’11 giugno, poi, sono i commercialisti di Angelo Deodati, che avrebbe voluto provare a salvare la società in extremis, a mettersi in contatto con lo stesso Giordani per capire quale sia la situazione contabile della As Viterbese. Ecco il loro resoconto inviato allora alla stampa: “Ci siamo incontrati come da programma con il consulente amministrativo Luca Giordani e l’amministratore unico Gaetano Di Carlo della Viterbese. Nel corso della lettura, purtroppo ancora approssimativa delle carte, è emerso un dato analitico del debito inquietante”. Ma non è finita qui. Il 10 luglio è lo stesso Giordani, insieme all’amministratore Di Carlo, a presentarsi allo stadio Rocchi e a licenziare i due dipendenti della società gialloblu (la segreteria e il magazziniere).

Allora la Viterbese aveva già rinunciato all’iscrizione e rescisso l’accordo con il Comune per la gestione del campo. E prima, alla fine di gennaio, c’era stato anche un passaggio di proprietà, tenuto nascosto e svelato proprio da Viterbonews24. L’85 per cento delle quote sociali erano passate da Carlo Graziani a tale Francesco Musacchio, misteriosissimo personaggio di Cerignola, mai visto allo stadio né prima, né durante, né dopo aver “acquistato” la squadra. In tanti allora pensarono che c’era qualcosa che non tornava, né a livello di numeri né a livello di nomi. Così come era rimasto a lungo misterioso Gaetano Di Carlo, che ricoprì in quei mesi la carica di amministratore unico ma che poi si palesò per certificare la mancata iscrizione della società. Già fallita dal punto di vista sportivo e ora in predicato di fallire anche a livello legale.

Insomma, Giordani ieri nel calcio e oggi nell’importazione delle auto. Con esiti tutt’altro che soddisfacenti, almeno secondo gli ultimi sviluppi.





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