ANNO 14 n° 120
Domani i funerali del professor Catalani
Si svolgeranno al Duomo alle 14,30; a celebrare la funzione forse il vescovo
09/01/2014 - 02:01

di Alessia Serangeli

SORIANO NEL CIMINO – Sono previsti per domani (venerdì 10 gennaio) alle ore 14,30 i funerali di Leonello Catalani, l’architetto di Soriano nel Cimino trovato cadavere la mattina di Capodanno sulle rive del lago di Vico, nel Comune di Caprarola.

La cerimonia funebre si svolgerà nel Duomo del paese e sarà officiata dal parroco Enzo Celesti. “E’ possibile che a celebrare le esequie sia il vescovo Romano Rossi, perché venerdì si trova in zona”, ha detto il sacerdote, raggiunto telefonicamente nel pomeriggio di ieri. “Lo conoscevo appena, tanto per intuire che era una brava persona. Lui viveva nella frazione di Sant’Eutizio ed era un po’ taciturno. Conosco meglio i fratelli (Vincenzo e Dino, ndr), mi hanno chiesto se fosse possibile far cremare il loro congiunto; sono una famiglia per bene e benvoluta – ha aggiunto don Enzo in conclusione - e, qui a Soriano, quanto avvenuto ha lasciato tutti sgomenti”.

Catalani, 54 anni, era apprezzato e stimato da quanti lo conoscevano. Poche, in realtà, erano le sue frequentazioni, si trattava soprattutto di colleghi e studenti dell’istituto Midossi di Civita Castellana. In prima linea durante le lunghe settimane di ricerche iniziate il 17 novembre e concluse solo il 1° gennaio. Pochi giorni dopo la sua improvvisa sparizione i professori del Midossi avevano lanciato un appello su Facebook per sensibilizzare sulle ricerche e su eventuali avvistamenti del loro collega. “Aiutateci. Si chiama Leonello Catalani, ha 54 anni ed è alto 1,60”, avevano postato insegnanti e studenti sulle loro bacheche fb. “E’ una persona solare ed educata, sempre con il sorriso”, aveva raccontato una collega dopo aver contattato la redazione di Viterbonews24 per invitare anche la stampa a tenere alta l’attenzione sulla scomparsa del professore. “Gli vogliamo bene tutti: alcuni suoi ex alunni sono andati in giro con le proprie auto a cercarlo”.

Anche il preside dell’istituto Midossi era intervenuto e, ai microfoni della trasmissione “Chi l’ha visto?”, aveva parlato del professor Catalani come di una “persona impagabile; una perdita immensa che spero sia solo momentanea”. E, invece, la sua fuga improvvisa è finita in tragedia. A restituire il suo corpo senza vita sono state le acque del lago di Vico: a fare il rinvenimento alcuni membri del Gruppo Photo Amateurs di Caprarola ed un graduato dell’Aviazione dell’Esercito in servizio nel capoluogo. “Eravamo in procinto di esplorare una zona molto impervia per fotografare esemplari di uccelli acquatici quando ci siamo imbattuti nel cadavere del professore”, avevano spiegato.

Sul posto si erano subito precipitati i carabinieri e il medico legale: sin dalla prima ispezione esterna non erano risultati segni di violenza né di trascinamento. Per questo l’ipotesi del suicidio – la più accreditata, in realtà, sin dalla prima ora dagli organi inquirenti – si è quasi fatta certezza. Ma, per fugare ogni dubbio, il sostituto Renzo Petroselli, incaricando il professor Cialella dell’Università La Sapienza di Roma, ha disposto accertamenti approfonditi, esami tossicologici compresi.

La salma di Catalani era stata trasportata a Roma venerdì 3 gennaio: il giorno successivo le prime indagini cadaveriche: tac e radiografie; martedì 7 l’autopsia vera e propria iniziata alle 13 e terminata cinque ore più tardi.

Le prime risultanze hanno confermato l’assenza di segni di violenza e, quindi, la probabile morte per annegamento. Ma gli inquirenti non si pronunciano: vogliono esserne certi e lo saranno solo dopo aver preso possesso della relazione del perito che arriverà entro sessanta giorni e contemplerà anche il responso degli esami tossicologici.

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