ANNO 14 n° 119
Morti sospette e abbandono di incapaci alla clinica lager
Gestori della casa di riposo alla sbarra
12/09/2016 - 02:01

VITERBO - Abbandono di incapace aggravato dalla morte di 13 anziani. Ma non solo, anche l'appropriazione indebita di oltre 20 mila euro, sottratti agli ignari ospiti. Sono queste le accuse da cui dovranno difendersi in aula i gestori della casa di cura ''Fiordaliso'' di Gradoli e due medici della struttura. Alla sbarra sono finiti in cinque: Franco Brillo, ex amministratore della clinica, assieme ai suoi due figli Federico e Maurizio; Ugo Gioiosi, medico di base, e Lucia Chiocchi, neuropsichiatra.

Rinviati a giudizio dal giudice per le udienze preliminari Salvatore Fanti, le indagini a loro carico scattarono tra il 2009 e il 2010, quando otto degli anziani ospiti della clinica morirono, secondo la Procura, in circostanze sospette. A questi si andarono ad aggiungere, poi, altri cinque, facendo salire il numero delle vittime a 13.

Per il pm Franco Pacifici, la causa dei decessi sarebbe da far risalire ad una somministrazione di farmaci scaduti e al totale abbandono degli anziani, che sulla carta sarebbero risultati autosufficienti mentre in realtà non sarebbero stati in grado nemmeno di compiere i minimi gesti per la sopravvivenza.

Per l’ex gestore Brillo le manette scattarono nel 2010. Ma si trattò solamente di un primo passo degli inquirenti, a cui poi fecero seguito altri quattro avvisi di garanzia. 33 parti offese, di cui 8 costituitisi parti civili. Questi i numeri del processo, incardinato lo scorso febbraio. Si tratta dei parenti degli ultraottantenni che in quella clinica avrebbero perso la vita e che si dicono pronti a dar battaglia per ottenere un giusto risarcimento.

Domani, di fronte alla Corte d’Assise di Viterbo presieduta dal giudice Silvia Mattei, cominceranno a sfilare i primi testimoni dell'accusa per quello che si preannuncia essere uno dei più grandi casi di presunta malasanità del viterbese.

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