ANNO 14 n° 120
Anziani morti in casa di cura, chiesta la riesumazione dei corpi
La difesa dell’ex gestore Franco Brillo: ‘’Trovare la prova scientifica
del legame tra l’abbandono e la morte. Siamo qui per fare giustizia’’
13/09/2016 - 16:07

VITERBO – Dimostrare come gli anziani ospiti della casa di cura ''Il Fiordaliso''  siano morti per cause diverse dal loro abbandono o dalla somministrazione di farmaci scaduti. A questo servirà la riesumazione dei corpi chiesta dalla difesa dell’ex gestore della clinica, Franco Brillo, durante la prima, lunghissima udienza di ammissione prove di stamattina.

Una perizia necroscopica per allontanare dal processo che vede imputati Brillo, i suoi due figli Federico e Maurizio e i medici Ugo Gioiosi e Lucia Chiocchi, l’accusa di abbandono di incapace aggravata dalla morte dei pazienti, formulata dal pubblico ministero Franco Pacifici.

Se la Corte d’Assise dovesse accogliere la richiesta dell’avvocato Enrico Valentini, sarebbero ben otto i corpi che dovranno essere riesumati. Otto cadaveri a cui spetterà il compito di dare risposte certe, scientifiche sul come e perché quegli anziani hanno perso la vita tra le mura de ''Il Fiordaliso''.

Siamo a cavallo tra il 2009 e il 2010, quando la procura punta gli occhi sulla struttura di Gradoli: otto anziani, sulla carta autosufficienti, ma per nulla abili nella realtà, muoiono in circostanze sospette. Da subito gli inquirenti allontanano l’idea che si tratti di morti naturali. Supposizioni, che ben presto si trasformano in ipotesi di reato, da cui l’ex gestore Franco Brillo, i suoi due figli e i due medici, Gioiosi e Chiocchi, dovranno ora difendersi. Su di loro le accuse di abbandono e circospezione di incapace e l’appropriazione indebita di oltre 20 mila euro sottratti agli ignari ospiti della casa di riposo.

Un processo che si prospetta lungo e molto articolato: solamente le liste dei testimoni ammesse durante l’acquisizione delle prove contano decine e decine di nomi di persone informate sui fatti da ascoltare. Ma non solo. Altrettanto numerosi sono gli operanti e i consulenti che le parti vogliono chiamare in aula a deporre.

E saranno proprio questi ultimi ad avere un ruolo chiave nello sviluppo del processo: solamente dopo averli ascoltati, la Corte deciderà sulla necessità o meno di riesumare i corpi degli otto anziani morti.

''Dobbiamo trovare la prova scientifica del nesso di causalità tra il presunto abbandono di incapaci e la loro morte. Per farlo abbiamo bisogno di una perizia - ha commentato l'avvocato Valentini - siamo qui anche noi per fare giustizia.''.





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