ANNO 14 n° 120
Bruno Landi (presidente di Ecologia Viterbo) interrogato dal Gip
16/01/2014 - 00:00

VITERBO - Il presidente di Ecologia Viterbo, la società incaricata della raccolta di rifiuti a Viterbo, è stato sottoposto ieri all'interrogatorio di garanzia dal Gip di Roma. Landi, ex presidente socialista della Regione Lazio negli anni '80 si trova agli arresti domiciliari con l'accusa di concorso in smaltimento illecito di rifiuti, insieme ad altre sei persone, tra le quali Manlio Cerroni, il re delle discariche del Lazio e patron di Malagrotta. Landi, secondo l'accusa, quando era presidente della Regione Lazio, sarebbe stato il primo tassello della fortuna imprenditoriale di Cerroni e ne divenne poi una sorta di braccio destro.

Secondo quanto si è appreso, la procura di Roma, dopo gli interrogatori, ha intenzione accelerare e allargare raggio degli accertamenti che prenderanno nuovo vigore dalle audizioni. Si tratta di scandagliare più di 40 anni di storia della gestione dei rifiuti e dei tantissimi rapporti che Cerroni ha avuto con molti politici e le varie giunte di ogni colore che si sono succedute in Campidoglio e alla Regione Lazio.

Cerroni, interrogato subito dopo Landi, si è definito 'un esperto in materia di rifiuti', uno da cui tutti andavano, 'i politici mi cercavano', ha riferito. E su questo aspetto punterà in particolare la memoria che la difesa di Cerroni depositerà nei prossimi giorni per dimostrare che il re delle discariche 'era cercato' e non 'cercava' i politici, dunque non operava 'pressioni' ma era 'pressato'.

Fatto sta che Cerroni per decenni ha operato in una sorta di regime di monopolio perché la maggior parte delle discariche e degli impianti a Roma e nel Lazio facevano parte del suo impero di società dedicate al settore. Ed è per questo che i prossimi step d'indagine cercheranno di accertare la correttezza dei meccanismi che portarono a continue proroghe e autorizzazioni per i siti gestiti direttamente o indirettamente da Cerroni. Insomma al vaglio dei pm il livello politico ma anche quello burocratico che hanno portato ad atti tutti a favore del ras delle discariche. L'unico politico per ora indagato per falso e abuso di ufficio è l'ex governatore del Lazio Piero Marrazzo, per avere firmato l'autorizzazione del termovalorizzatore di Albano. Ma secondo l'accusa gli arrestati a vario titolo avrebbero operato pressioni sistematiche sui molti esponenti politici sia in Regione che in Campidoglio per ottenere le autorizzazioni. Non è escluso dunque che alcuni di loro, ovvero i politici oggetto del pressing, verranno sentiti.

Oggi si completerà il primo giro di interrogatori. Davanti al gip sfileranno Luca Fegatelli, già dirigente dell'Area Rifiuti della Regione Lazio, e Raniero De Filippis, responsabile del Dipartimento del territorio della Regione Lazio. IL primo è indicato nell'ordinanza come una sorta di 'referente politico' di Cerroni. E per l'accusa avrebbe più volte tentato di inquinare le prove.

Ma i pm non si fermano solo al ciclo dei rifiuti vero e proprio ma indagano anche all'inquietante episodio del furto della prima richiesta d'arresto per Cerroni e gli altri sei. La sparizione avvenne dall'ufficio del Gip e il magistrato se ne accorse solo a luglio. Oggi sul fatto si è espressa anche il ministro della Giustizia Cancellieri: ''vediamo prima di conoscere meglio la vicenda'' ha detto il guardasigilli facendo intendere che per ora non è stato avviato nessun accertamento in merito.





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