VITERBO - L'emozione per l'ultima uscita di Gloria, il peso della macchina ma anche quello della responsabilità di portare sulle spalle i ricordi e le richieste di intercessione dei viterbesi per i loro cari defunti.

E i facchini non sbagliano: il trasporto della macchina di Santa Rosa è perfetto. Sarà che dopo 7 uscite, Gloria è un po' cucita addosso ai facchini, sarà che per le due ricorrenze (i 10 anni del riconoscimento Unesco e i 45 dalla nascita del sodalizio) l'imperativo era di non sbagliare, sta di fatto che i facchini, sotto la guida di Sandro Rossi, non hanno fallito l'impresa.

''C'è la gioia - ha detto il presidente del sodalizio, Massimo Mecarini, all'arrivo sul sagrato del santuario - per questa sorta di miracolo che Santa Rosa ci concede di compiere''.

Questo Trasporto si è caricato di tanti significati quest'anno assumendo una valenza, forse, anche più spirituale. 

''Quando ci vogliono divisi, arrabbiati - ha detto la sindaca Frontini alla partenza, consegnando la macchina al presidente del Sodalizio - ricordatevi che siamo il popolo che ha dato vita a questa meraviglia. Se i facchini pensassero che non sia una loro responsabilità, questo miracolo non accadrebbe''.

Il vescovo, Orazio Francesco Piazza, nella sua benedizione ha esortato i facchini a essere testimoni del cuore di Santa Rosa che ama Cristo, i fragili e i bisognosi.

I viterbesi dal canto loro hanno fatto sentire tutto la loro devozione e partecipazione a questa tradizione, nonchè il loro affetto verso Gloria, che nel buio ha brillato in tutto il suo splendore, ''la macchina più bella'', come l'ha definita il sottosegretario alla cultura, assessore alla bellezza, Vittorio Sgarbi.