ANNO 14 n° 119
''Quel terreno era così scosceso che anche a piedi abbiamo avuto difficoltà''
Entra nel vivo il processo per la morte del taglialegna Dumitru. Parla l'ispettore del lavoro: ''La pendenza nel tratto in cui si è ribaltato sfiorava il 70%''
25/06/2020 - 06:51

SORIANO NEL CIMINO - ''Un terreno talmente ripido e scosceso che abbiamo avuto difficoltà anche a percorrerlo a piedi. Così come il personale del 118 che per recuperare il corpo di Dumitru Botan ha dovuto richiedere l'aiuto di tutti. In una zona così impervia, sarebbe stato necessario l'intervento del elicottero''. 

E' entrato nel vivo ieri mattina, con la ricostruzione dell'ispettore del lavoro della Asl di Viterbo Daniele Paciacconi, il processo per la morte del taglialegna 29enne di origine rumena, schiacciato dal trattore di cui era alla guida, il 9 giugno dello scorso anno nei boschi di Soriano nel Cimino, in località Acquaspasa. Alla sbarra con l'accusa di omicidio colposo i due datori di lavoro, Dante Presciutti e Zekir Mahmudov, entrambi sottoposti all'obbligo di dimora: per il pm Stefano D'Arma avrebbero causato la morte dell'operaio, perché non gli avrebbero permesso di operare con tutte le garanzie e le sicurezze necessarie.

''Il corpo è stato ritrovato circa ventri metri più a valle rispetto al punto in cui il trattore si è ribaltato per la prima volta, trovando una pendenza del terreno di circa il 70%. Una settantina di metri ancora più giù la carcassa del mezzo. Completamente distrutto''. Secondo quanto ricostruito dall'ispettore del lavoro, la trattrice gommata si sarebbe schiantata a valle dopo un volo di oltre 90 metri, uccidendo sul colpo Botan, sbalzato fuori dalla cabina di guida. 

''Il terreno in quel punto ha una pendenza di circa 35 gradi - ha spiegato - per rendersi conto di quanto sia impervio basta pensare che il 100% di pendenza nelle strade corrisponde a 45 gradi''.

L'inlinazione e la totale inadeguatezza del mezzo al tipo di terreno non avrebbero lasciato scampo al 29enne, impegnato ad affrontare un ''tratto in salita ripidissimo'' quando si è ribaltato. ''Non aveva la cintura di sicurezza, è vero, ma forse non sarebbe cambiato niente. Quando la trattrice gommata ha finito la corsa a fondo valle era completamente distrutta''. Così come la cabina di guida che si sarebbe deformata sotto il peso del ferro. ''Tra il sedile e la griglia non c'erano che 15 centimetri'' ha concluso. Uno spazio incompatibile con la vita. 

A gravare sui due imputati, difesi dagli avvocati Roberto e Francesco Massatani e Samuele De Santis anche l'accusa di violazione di norme di sicurezza del lavoro: ''Da nostri approfondimenti è risultato che il 29enne avesse un attestato di abilitazione alla guida dei trattore datata 2017, ma dalla documentazione sequestrata non sono emerse le ricebute dei corsi di formazioni a cui avrebbe dovuto partecipare''. 

Parti civili nel processo la giovane vedova di Botan e i due figli piccoli, rappresentati dagli avvocati Giordano Rocchetti e Luca Capuano, esperti di diritto del lavoro. 

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