ANNO 14 n° 119
''Azzardo e spregio delle più elementari cautele di sicurezza''
Tagliaboschi schiacciato dal trattore, anche la Cassazione dice no alla revoca dei domiciliari per il datore di lavoro Dante Presciutti
24/04/2020 - 07:01

SORIANO NEL CIMINO – (b.b.) ''Una personalità caratterizzata dall’azzardo e dalla elusione delle proprie responsabilità''. Ne sono convinti i giudici della Corte Suprema di Cassazione che hanno respinto il ricorso presentato da Dante Presciutti per ottenere la libertà. Il 46enne è ai domiciliari dallo scorso 13 novembre, accusato, assieme al 44enne Zekir Mahmudov, di omicidio colposo e di violazione delle norme di sicurezza sul lavoro. Secondo la procura viterbese avrebbe provocato la morte di un suo dipendente, il 29enne rumeno Botan Dumitru, facendolo lavorare come taglialegna nei boschi di Soriano nel Cimino senza la giusta formazione e senza macchinari idonei al tipo di terreno della località Piangoli Acquaspasa.

Dumitru, lo scorso 9 giugno, rimase schiacciato sotto la trattrice gommata di cui era alla guida dopo averne perso il controllo e dopo un volo di oltre 60 metri in un dirupo. Per lui, nonostante il disperato e tempestivo intervento dei colleghi non ci sarebbe stato nulla da fare.

Secondo i giudici capitolini, cui è spettata l’ultima parola sulla revoca della misura cautelare a carico di Presciutti, quest’ultimo, anche dopo il fallimento della sua ditta, avrebbe proseguito ''nella gestione dell’attività, proseguendo nella sconsiderata e pericolosa gestione della movimentazione del legnale, operando a tal fine sotto la copertura di un prestanome''. E lo avrebbe fatto ''in spregio delle più elementari cautele in materia di sicurezza sul lavoro''. Destinando Dumitru – e altri prima di lui, che non avrebbero mai denunciato gli incidenti sul lavoro - ad un’attività di trasporto legna ''senza avergli fornito adeguata formazione e informazione sulle procedure di lavoro da attuarsi in condizioni di pendenza e di agibilità del declivio precarie e pericolose''.

No dunque alla sua scarcerazione: a carico del 46enne ci sarebbe un quadro indiziario ''assolutamente rilevante, grave e univoco'' sia per quanto riguarda la gestione di fatto di un’azienda di trasporto legname, formalmente intestata ad altri, sia per ''le gravissime lacune organizzative e gestionali'' che costarono la vita al giovane boscaiolo.

''Al Presciutti è addebitabile l’oblio delle più elementari regole cautelari - concludono i giudici della Cassazione, - e alto è il rischio di recidiva dal momento che quanto accaduto a Botan Dumitru è stato preceduto da incresciosi episodi infortunistici'' di altri colleghi taglialegna.

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