ANNO 14 n° 119
Imminente l'interrogato dell'assassino
18/11/2014 - 00:01

VITERBO - In settimana, probabilmente giovedì o venerdì prossimi, sarà interrogato per la prima volta Agaj Asilan, l'albanese di 53 anni che ha sgozzato la sua compagna Brunilda Hoxha di 31 anni. I medici del policlinico Gemelli di Roma, dove l'uomo era stato ricoverato subito dopo il delitto perché aveva tentato di uccidersi dapprima tagliandosi le vene e poi ingerendo della candeggina, hanno sciolto la prognosi e hanno autorizzato il suo interrogatorio.

In precedenza l’uomo non poteva essere sentito perché era intubato: la candeggina ingerita gli aveva provocato delle ustioni alla gola, all’esofago e allo stomaco. Dal momento del ricovero è piantonato dalla polizia penitenziaria in stato di arresto per omicidio volontario. E’ stato dichiarato guaribile in 90 giorni salvo complicazioni.

L'interrogatorio, secondo quando si è appreso, avverrà per rogatoria: sarà cioè un gip di Roma, su delega del collega di Viterbo, Salvatore Fanti, a raccogliere le dichiarazioni dell'uomo. A meno che non decida di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Gli investigatori considerano l’interrogatorio un passaggio fondamentale per individuare il movente del delitto. I due vivevano insieme da poco più di un mese. Nessuno dei vicini di casa li ha mai sentiti litigare e la donna, secondo le testimonianze raccolte dai carabinieri, sembrava serena. Tutte le mattine, dopo aver preparato i figli per la scuola, si recava al lavoro a Roma. Tornava a casa il pomeriggio e si dedicava alla casa.

In paese, nei giorni immediatamente successivi al delitto, era circolata la voce che a scatenare la furia omicida dell'albanese sarebbe stata la decisione della donna di rompere la relazione, seppur breve, e la richiesta fatta all’uomo di lasciare la casa in via Orlando Paladino, nel centro storico di Sutri. Ma la circostanza, almeno finora, non avrebbe trovato riscontri investigativi.

Nel 2001 Asilan aveva ucciso a picconate la moglie con la quale era sposato da 20 anni. Condannato a 16 anni di carcere in primo grado e a 14 anni in Appello, era tornato in libertà nel 2012, dopo aver scontato 9 anni. Poco più di un mese fa si è materializzato a Sutri, dove viveva con Brunilda e due dei suoi tre figli nati da un precedente matrimonio (il terzo è tornato in Albania e vive con i nonni materni). Poi, apparentemente senza alcun motivo, come aveva fatto 13 anni fa con la moglie, ha accoltellato la giovane compagna e, dopo aver avvisato i carabinieri, ha tentato il suicidio.





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